Corruzione, in manette un funzionario della Regione Puglia e un imprenditore, indagato un ex dirigente
L'operazione della GdF di Bari ha portato i due ai domiciliari, oltre al sequestro di 80mila euro a carico dell’ex dirigente della Regione, Lerario
Operazione nella mattina del 9 febbraio da parte dei militari del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Bari, che ha portato agli arresti domiciliari un funzionario della Regione Puglia, Antonio Mercurio, e un imprenditore edile barese. Indagato anche l’ex dirigente della Regione Puglia Mario Lerario.
- L’operazione della Guardia di Finanza
- Le accuse di corruzione
- Il reato di falsità materiale in atti pubblici
L’operazione della Guardia di Finanza
Le ordinanze, emesse dal Gip del Tribunale di Bari su richiesta della locale Procura, hanno portato all’arresto di Antonio Mercurio, funzionario della Regione Puglia, e di Antonio Illuzzi, imprenditore edile originario di Giovinazzo.
Per loro, attualmente agli arresti domiciliari, le accuse sono, a vario titolo, di corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio nonché falsità materiale commessa da pubblico ufficiale in atti pubblici. La vicenda incriminata risalirebbe al 2021.
Il successivo sequestro dei beni, per un valore complessivo di 80mila euro, ha però interessato, oltre al funzionario e all’imprenditore, anche quello che al momento dei fatti era dirigente delle Sezioni Provveditorato economato e Protezione civile della Regione Puglia, Mario Lerario, attualmente indagato.
Le accuse di corruzione
Le indagini sono nate in seguito alle operazioni che, nel marzo 2022, portarono all’arresto di Lerario e di due imprenditori, accusati di avere corrotto l’allora dirigente della Protezione civile in cambio di favoritismi nell’assegnazione di appalti pubblici.
Dai successivi riscontri degli agenti sarebbe emerso un pagamento di 35mila euro, effettuato dall’imprenditore Illuzzi a favore di Lerario, con conseguente vincita di ben nove appalti dalla Sezione Provveditorato Economato, per un importo totale superiore ai due milioni di euro.
Nello specifico, stando all’impostazione accusatoria accolta dal gip, sarebbe emerso che gli “appalti sarebbero stati affidati contravvenendo alla normativa di settore mediante il loro frazionamento artificioso e senza rispettare il principio di rotazione degli operatori economici”.
Il reato di falsità materiale in atti pubblici
In aggiunta alle accuse che hanno portato i due ai domiciliari, dalle indagini sarebbe poi emerso il reato di falsità materiale in atti pubblici, risalente all’agosto 2021.
In quel frangente, sia Lerario che Mercurio avrebbero attestato, con tanto di documenti firmati, che la ditta di Illuzzi aveva svolto lavori di riqualificazione impiantistica per 137mila euro nel palazzo della presidenza della Regione, mentre una parte della somma era in realtà riferita a un differente lavoro svolto dall’imprenditore presso il Palazzo dell’agricoltura.
Nonostante un metodo apparentemente ben consolidato però, la giudice Anna Perrelli ha rigettato la richiesta di una nuova misura cautelare per Lerario. Bisognerà comunque attendere gli interrogatori di garanzia e il confronto con la difesa degli indagati per poter ottenere ulteriori elementi utili al procesos.