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Coronavirus, vittime in aumento: nuovo caso sospetto in Europa

Tre città hanno bloccato gli autobus a lunga percorrenza, Usa e Francia intanto danno il via all'evacuazione di cittadini e lavoratori

Di: VirgilioNotizie | Pubblicato:

Il bilancio delle vittime del coronavirus in Cina è salito a 56 e il numero di persone infette in tutto il Paese si avvicina a 2mila. È questo l’ultimo bilancio diffuso dalle autorità, salito a poche ore dall’ultimo bollettino, secondo quanto riferito da Ansa. Nelle ultime 24 ore, sono morte quindici persone e almeno 688 nuovi casi sono stati confermati, secondo la Commissione nazionale per la Salute.

Dei nuovi decessi, 13 si sono verificati nella provincia di Hubei, quella di Wuhan, al centro dell’epidemia.

Il ministro della Sanità della Cina, Ma Xiaowei, ha affermato che la capacità di diffusione del coronavirus sembra diventare più forte e che non sono ancora chiari i rischi della sua mutazione. In una conferenza stampa, come reso noto da Ansa, Ma ha affermato che il periodo di incubazione è tra 1 e 14 giorni ed è probabile che il numero di casi continui ad aumentare.

Secondo quanto ha affermato il ministro della Sanità, il nuovo coronavirus è contagioso anche durante l’incubazione, che è diversa dalla Sars. La conoscenza delle autorità sul nuovo virus, ha aggiunto Ma, sono limitate e dunque non sono chiari i rischi posti dalla sua mutazione.

Il ministro ha concluso la conferenza con l’impegno di “essere all’altezza delle aspettative della gente” e di aumentare la trasparenza. A tal fine, le autorità hanno detto che ci sarà una conferenza stampa ogni mattina.

Coronavirus, caso sospetto a Vienna

Un nuovo caso sospetto è stato registrato quest’oggi a Vienna. Si tratta di un’assistente di volo cinese che il 24 gennaio è arrivata nella capitale austriaca e che nei giorni precedenti è stata a Wuhan. La donna si trova ora in isolamento nell’ospedale Kaiser Franz Josef dopo essere stata ricoverata ieri sera con sintomi influenzali.

“Non possiamo escludere che si tratti di coronavirus”, comunica il direttore medico degli ospedali viennesi Michael Binder in una nota.

Le analisi, che saranno effettuate all’Istituto di virologia dell’università di Vienna, sono attese entro 48 ore. Nel frattempo vengono controllate anche le persone che a Vienna sono state in contatto con l’assistente cinese prima del suo ricovero.

“Non c’è motivo di preoccupazione, gli ospedali viennesi sono preparati al meglio a situazioni del genere”, ribadisce l’assessore comunale alla sanità Peter Hacker.

Coronavirus, stop in tre città

Dopo Pechino e Tianjin, anche Xi’an ha vietato gli autobus a lunga percorrenza nell’intento di fermare la diffusione del coronavirus. Lo hanno annunciato le autorità locali sulla piattafoma Weibo (il Twitter cinese), e poco dopo hanno dato un analogo annuncio le autorità della provincia di Shandong. Il divieto entrerà in vigore a Xi’an, città con 10 milioni di abitanti, alle 18 di oggi, ora locale.

Da Pechino hanno poi fatto sapere del divieto temporaneo al commercio di animali selvatici. La misura preventiva arriva dopo le insistenti voci che hanno sottolineato che il virus sia stato generato in un mercato che vendeva animali selvatici come cibo.

L’allevamento, il trasporto o la vendita di tutte le specie di animali selvatici è vietato “dalla data dell’annuncio fino alla fine della situazione epidemica nazionale”, si legge in una direttiva congiunta di tre agenzie di alto livello, tra cui il ministero dell’Agricoltura.

Misure preventive anche a Hong Kong che, sulla falsariga di quanto deciso da quello di Shanghai, ha deciso di  chiudere il parco Disneyland. Lo ha annunciato la società di gestione precisando che la chiusura, in atto da oggi, durerà fino al giorno seguente a quello in cui le autorità dichiareranno conclusa l’emergenza virus.

“Come misura precauzionale in linea con gli sforzi di prevenzione in atto a Hong Kong, stiamo temporaneamente chiudendo il parco Disneyland di Hong Kong per motivi di salute e per la sicurezza dei nostri ospiti e dei membri del cast”, ha dichiarato il parco in una nota.

Virus cinese, dietrofront di una città

La città cinese di Shantou ha ribaltato stamani un precedente annuncio in cui le autorità affermavano che sarebbe stata isolata come parte degli sforzi per controllare la diffusione del coronavirus.

Le autorità, che in un primo momento avevano fatto sapere che a partire dalla mezzanotte sarebbe stato vietato l’ingresso in città ai veicoli non di emergenza, adesso precisano che il trasporto pubblico sarà temporaneamente sospeso, ma che “non avrebbero limitato l’accesso dei veicoli” o delle persone.

La decisione, per la quale non è stata data nessuna spiegazione, smentisce nettamente la presa di posizione di qualche ora precedente quando le autorità avevano fatto sapere che le persone in arrivo alle stazioni ferroviarie di Shantou sarebbero state sottoposte a screening e “invitate a tornare indietro”. L’annuncio era arrivato dai canali social ufficiali delle autorità di Shantou.

Le misure, secondo quanto riportato in precedenza, miravano a “non risparmiare sforzi per la prevenzione e il controllo” dell’epidemia e a “tagliare i canali di diffusione del virus”.

Coronavirus, via all’evacuazione Usa-PSA

Come annunciato nelle scorse ore, gli Stati Uniti stanno organizzando un volo per evacuare i propri connazionali da Wuhan, epicentro dell’epidemia di coronavirus. La conferma arriva anche dal Dipartimento di Stato che ha precisato che il volo partirà martedì dalla città di Wuhan e porterà i suoi passeggeri a San Francisco.

Il dipartimento, in una e-mail indirizzata agli americani in Cina, ha avvertito però che lo spazio per i privati cittadini sarà limitato: “Se non ci sarà posto per tutti, verrà data priorità agli individui a maggior rischio di coronavirus”.

La Casa automobilistica francese PSA, che produce i marchi Peugeot e Citroen, ha fatto sapere di aver rimpatriato il proprio personale da Wuhan. L’evacuazione è stata “attuata in piena collaborazione con le autorità cinesi e il consolato francese” e ha coinvolto 38 persone formate da membri dello staff e dalle loro famiglie che lavorano a Wuhan regione.

Sarebbero stati messi in quarantena nella città di Changsha, a circa 300 chilometri (180 miglia) da Wuhan, dove il virus ha avuto origine, prima di essere autorizzati a tornare “nei loro Paesi di origine”, ha dichiarato la società in una nota.

Fonte foto: Ansa
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