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Coronavirus, seconda ondata e influenza: il punto di Gianni Rezza

Secondo l'epidemiologo l'Italia al momento è "uno dei Paesi più sicuri" in Europa per quanto riguarda la pandemia

Di: VirgilioNotizie | Pubblicato:

L’Italia è “uno dei Paesi più sicuri in questo momento in Europa e nel mondo” per quanto riguarda la pandemia di Covid-19, anche se “il virus continua a circolare”. Lo ha detto il direttore generale della Prevenzione del ministero della Salute, Gianni Rezza, nel corso del webinar “Anziani, fragili, vaccinati: se non ora quando?”, organizzato da Italia Longeva. Una situazione, ha osservato l’epidemiologo, che “non ci saremmo mai aspettati” solo due mesi fa.

“Abbiamo un virus pandemico che circola, anche se siamo riusciti a mettere in campo un lockdown che ci è costato molto da diversi punti di vista, ma non possiamo dire che non abbia avuto i suoi effetti”, ha detto.

“Vediamo che il virus continua a circolare, ci sono dei focolai: questo da una parte dimostra che la capacità di intervento è cresciuta, ma dall’altra ci dice che non possiamo abbassare la guardia”.

Sull’eventuale seconda ondata dell’epidemia, Rezza ha detto che “questa prima ondata del virus è stata interrotta dal lockdown, ma potrebbe riprendere. Se riprendesse appieno la sua attività, e non me lo auguro, spero che riusciremo a identificare i focolai nascenti efficacemente”.

In autunno, ha osservato, sarebbe importante riuscire a “togliere di mezzo l’influenza“, “non solo perché i sintomi sono simili a quelli della Covid-19, ma perché l’influenza ingolfa i pronto soccorso, gli studi dei medici di base, le terapie intensive, sovraccarica il sistema sanitario”.

Proprio per questo, ha spiegato, la nuova circolare sulla vaccinazione antinfluenzale ha introdotto diverse novità: “Quest’anno bisognava dare un segnale in più, estendere la vaccinazione antinfluenzale”.

“Per questo motivo si è estesa l’età a cui la vaccinazione viene raccomandata, si è abbassata dai 65 ai 60 anni. L’altro punto era estenderla ai bambini” e in proposito “c’è stata molta discussione: molte regioni erano state sempre contrarie”.

“Abbiamo pensato- ha spiegato Rezza – di raccomandare la vaccinazione dai 6 mesi ai 6 anni non tanto per proteggere i bambini, che superano bene l’influenza, ma per il fatto che le scuole e i nidi fanno da amplificatore dell’epidemia. Contenere i serbatoi fa sì che l’infezione venga portata meno dentro casa”.

Fonte foto: Ansa
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