Coronavirus, verso un lockdown rinforzato: l'accusa di Ricciardi
Per Walter Ricciardi si va verso un "lockdown rinforzato": la dura accusa alle Regioni per l'organizzazione e la gestione
Walter Ricciardi ha le idee chiare: “C’è una circolazione intensissima delle persone nelle zone rosse” come a Milano, ma “anche nelle zone gialle, che vengono interpretate come un liberi tutti, come vediamo a Venezia, Napoli e Roma. Guardando queste scene, l’andare verso un lockdown rinforzato è nei fatti”. È un duro allarme quello lanciato dal consigliere del ministro della Salute Roberto Speranza durante la trasmissione Agorà su Rai 3.
In particolare, “nell’area metropolitana di Napoli – ha sottolineato Ricciardi – andrebbe fatta zona rossa, sono due settimane che lo dico” ma “bisogna differenziare: una cosa è Napoli e un’altra è Caserta, Benevento o Salerno”. A Napoli “c’è gente che sta in macchina per ore, a cui viene fornito l’ossigeno in auto. A voi sembra questa una zona gialla?”.
Seconda ondata, la situazione in Italia secondo Ricciardi
Negli ospedali, secondo Ricciardi, preoccupa “che il personale sanitario non abbia più lo stesso spirito, perché è stato vilipeso, trattato male. Dopo la prima fase ‘eroica’ oggi è cambiata la situazione, si registrano fenomeni di ostracismo tra il personale medico e sanitario. La conseguenza è che molti non sono più disposti ad andare nei reparti Covid, perché li si rischia e in tanti hanno perso la vita”
La gente, poi, “è più insofferente, anche perché ha visto vanificati gli sforzi di marzo. Questo è il risultato di una serie di ritardi nel piano di preparazione, varato dal ministro Speranza il 6 aprile, ma che è stato realizzato a macchia di leopardo, per cui in certe regioni il tracciamento regge e in altre no, in alcune regioni nei pronto soccorso ci sono scene di guerra e in altre no”.
“Dobbiamo riabbracciare – ha aggiunto Ricciardi – lo spirito nazionale e mettere da parte la rabbia, anche se è vero che qualcosa di meglio poteva esser fatto. Ma ora la situazione è peggio che nella prima ondata, perché ci avviciniamo al freddo e all’influenza”.
Coronavirus, l’accusa di Ricciardi: cosa non ha funzionato nelle Regioni
Ricciardi ha passato in rassegna il comportamento di alcune Regioni, individuando quali errori sono stati commessi e quali sono i territori che hanno dato il buon esempio.
“C’è una Regione del Nord – ha detto l’esperto – che ha di fatto completato tutta la fase di preparazione entro luglio, ha inaugurato reparti Covid e rafforzato l’assistenza territoriale” e questa regione “è l’Emilia-Romagna, che non ha aspettato che glielo dicesse qualcuno”.
E “c’è un’altra regione, anche questa del Nord, che i vaccini per l’influenza li ha ordinati ad ottobre – ha aggiunto -. Mi riferisco alla Lombardia, che di gare per i vaccini anti influenzali ne ha fatte 9 di cui l’ultima ad ottobre. E ha ordinato per una popolazione di 10 milioni di persone 2 milioni di dosi, che non bastano neanche per le fasce vulnerabili”.
“L’organizzazione e la gestione dei servizi devono farla le Regioni“, ha precisato Ricciardi. “Gli ospedali sono in difficoltà perché in alcune regioni in cui non si fa assistenza territoriale, le persone hanno solo questo”. Il compito delle regioni, ha concluso, “è tutelare la salute dei loro cittadini e se vedono che il virus circola e ci sono strumenti per evitarlo, hanno l’obbligo morale e costituzionale di farlo. Il Governo su questo non c’entra nulla”.