Coronavirus e Omicron 5, ecco il test sull'immunità alle sottovarianti: come funziona
In arrivo un test che in 24 ore ci dice se saremo immuni dalla sottovariante Omicron 5. Ecco di cosa si tratta
Per verificare se anche i vaccinati saranno immuni dalla variante Omicron 5 del Coronavirus che da due anni infligge colpi bassi alla popolazione mondiale, è in arrivo uno specifico esame del sangue.
Un test sull’immunità alle sottovarianti
Non solo i vaccinati, ma anche i guariti dalla Covid-19 potranno conoscere in quale misura le proprie difese reagiranno alle sottovarianti, compresa la Omicron 5.
Si tratta di un’analisi del sangue che darà risultati in appena 24 ore. La novità consiste nell’attenzione ai linfociti T anziché agli anticorpi.
I linfociti T, infatti, sono in grado di corrispondere una reazione adattiva che viene indotta solitamente dall’infezione o dalla vaccinazione. In questo modo siamo in grado di proteggerci dalle forme più gravi della malattia, un beneficio destinato a giovare soprattutto i pazienti più deboli.
Il test, nello specifico, misura la capacità di questi linfociti T di reagire a una serie di peptidi che generalmente sono presenti sulla superficie delle proteine del virus SARS-CoV-2, tra le quali ricordiamo la spike.
Questo test ha già ottenuto la certificazione europea CE-IVD, ma gli scienziati sono ancora in attesa di un responso sia da parte della Food and Drug Administration (FDA) che da parte dell’EMA, l’Agenzia Europea per i Medicinali.
Cosa dicono gli esperti
Lo studio è stato pubblicato su ‘Nature Biotechnology’ ed è spiegato da Ernesto Guccione del Tish Cancer Institute di New York:
“Il test che abbiamo creato ha la capacità di misurare l’immunità cellulare della popolazione e testare in modo esteso l’efficacia di nuovi vaccini. Sappiamo che le persone vulnerabili non sempre sviluppano una risposta anticorpale, quindi misurare l’attivazione dei linfociti T è cruciale per valutare la reale entità dell’immunità di una persona”.
Guccione continua: “Inoltre l’emergere di varianti come Omicron, che sfuggono in buona parte alla capacità neutralizzante degli anticorpi, indica la necessità di test capaci di misurare i linfociti T, che sono più efficaci contro le varianti emergenti che destano preoccupazione”.
Stiamo parlando, infatti, di varianti di Omicron e non di varianti dirette del virus SARS-CoV-2. Si tratta, dunque, di sottovarianti.
Come funziona il test
Per comprendere con linguaggio più scientifico il funzionamento del test sull’immunità alle sottovarianti interviene Jordi Ochando, omologo e collega di Ernesto Guccione.
Ochando dichiara: “Potendo usare diversi set di peptidi il nostro approccio rappresenta una strategia flessibile che può essere facilmente implementata per rilevare la presenza di cellule T che rispondono a diverse proteine virali”.
Infine: “Queste cellule T hanno un ruolo importante nella protezione dai ceppi mutanti emergenti, così possiamo misurare immediatamente l’impatto che le mutazioni virali hanno sull’immunità cellulare”.
La Omicron 5, come ha ribadito Pregliasco, risulta essere la sottovariante più contagiosa che rischia di circolare rapidamente anche in estate, sollevando una nuova ondata. La stessa sottovariante potrebbe aver intaccato il ministro Roberto Speranza, risultato positivo al Covid-19.