Covid, il grave errore del governo sui focolai secondo Crisanti
Andrea Crisanti, docente di Microbiologia dell'Università di Padova, attacca il governo: "Sbagliato il lockdown, attenzione ai focolai tra un mese"
“Mi spiace ma il governo ha commesso un errore chiudendo tutta l’Italia allo stesso modo. Facile parlare col senno di poi, ma a febbraio dissi che sarebbe stato necessario fare due cose immediatamente: chiudere e isolare la Lombardia, mettere in sicurezza il resto d’Italia vigilando sui focolai”. Parole riferite al Messaggero da Andrea Crisanti, docente di Microbiologia all’Università di Padova.
Sulla decisione di mettere tutto il Paese in lockdown, Crisanti ha aggiunto che “mettere in sicurezza il resto d’Italia significava attaccare immediatamente i piccoli focolai e spegnerli subito, individuando con i tamponi tutti i contagiati”.
Quello che si doveva fare “era chiaro: chiudere dove i casi erano numerosi e affrontare i focolai come abbiamo fatto a Vo’ Euganeo nel resto d’Italia”.
Crisanti e la previsione sui focolai
Secondo l’esperto, i focolai sono “destinati ad aumentare sia per numero sia per dimensioni. Questo avverrà soprattutto tra la fine dell’estate e l’inizio dell’autunno“.
L’obiettivo, per Crisanti, è far sì “che rimangano focolai e non trasmissione diffusa, altrimenti non saremmo in grado di controllare la situazione”.
Come circoscrivere i focolai? “Facendo tamponi velocemente a tutti i contatti”, ha detto il professore.
Crisanti e la situazione in Veneto
Negli ultimi giorni in Veneto sono aumentati i contagi, soprattutto per il numero alto di positivi nell’ex caserma di Treviso, che ospita immigrati: “Sicuramente quel focolaio è stato gestito male. Bisognava separare subito i casi positivi dagli altri, invece la caserma è diventata una sorta di Diamond Princess, la nave da crociera in Giappone con oltre 700 positivi”.