Coppia di Bolzano, Benno Neumair confessa: le sue parole
Le dichiarazioni in tre ore di interrogatorio di Benno Neumair sull'omicidio dei suoi genitori
Sarebbe crollato dopo il ritrovamento del corpo della madre, l’elemento che lo avrebbe convinto a confessare il duplice omicidio dei genitori. Benno Neumair ha raccontato i dettagli del delitto che ha portato alla morte di Peter Neumair e Laura Perselli, riportati dal Corriere della Sera.
Coppia di Bolzano, Benno Neumair confessa: i verbali
La confessione è stata registrata in video in due occasioni distinte: Benno ha confessato l’omicidio ai magistrati già la prima volta che è stato sentito dicendo “sì, è vero: li ho uccisi io e li ho buttati nell’Adige”, per poi scendere nei particolari in un secondo momento.
Nei verbali desecretati dalla Procura di Bolzano, emerge la descrizione degli attimi dell’uccisione di Peter nel pomeriggio del 4 gennaio. “Avevamo litigato per i soliti motivi. Io volevo finirla lì ma lui continuava e allora…” racconta il trentenne di aver preso una corda per arrampicata: “L’ho presa e gliel’ho stretta al collo. L’ho fatto per farlo stare zitto” dice, descrivendo quel gesto come conseguenza dei continui litigi “per i soldi, per tutto” col padre.
Coppia di Bolzano, Benno Neumair confessa: i dettagli
Con lo stesso cordino avrebbe poi ucciso anche la Laura Perselli: “Mia madre è arrivata che era appena successo, non le ho nemmeno dato il tempo di togliersi il cappotto e quando è entrata ho strangolato anche lei“, si legge nel verbale, citato dal Corriere.
Durante le tre ore di interrogatorio non avrebbe espresso alcun pentimento, rispondendo alle domande in uno stato di apparente calma e senza versare una lacrima.
Benno Neumair ha spiegato di aver poi buttato nel cassonetto sia la corda sia il telefono svelando anche cosa ne avrebbe poi fatto dei corpi: “Li ho caricati in spalla fino alla macchina parcheggiata davanti alla porta“, in quella Volvo da lui spesso usata contro il volere dei genitori, al punto da nascondergli le chiavi, uno dei motivi dei frequenti battibecchi.
La stessa auto che ha utilizzato per andare a casa della ragazza dove avrebbe passato la notte, per poi inscenare la sparizione dei genitori. “Dopo aver buttato via i corpi avevo già pulito casa ma volevo pulire meglio, volevo essere sicuro” ha detto Benno spiegando il motivo dell’acquisto dell’acqua ossigenata, cautela che non ha però impedito ai Ris di Parma di trovare diverse tracce biologiche nell’appartamento.
Coppia di Bolzano, Benno Neumair confessa: le parole dello zio
“Manipolatore” e “narcisista” lo descrive così in un’altra intervista al Corriere lo zio di Benno, Gianni Ghirardini, marito della sorella di Laura Perselli, che considera la confessione “deludente, contraddittoria e piena di falsità“.
“Non credo a una confessione liberatoria: gli è semplicemente convenuto o lo avranno consigliato” sostiene.
E non crede al pentimento del nipote: “Non per ora. Con l’acqua alla gola fa comodo confessare, è una strategia. Vediamo se almeno ha detto dov’è il corpo di Peter, perché il ritrovamento degli scarponcini fuori dall’acqua parevano un tentativo di depistare le indagini”.
Ghirardini racconta di avere scritto a Benno per convincerlo a confessare, quando ormai non se l’aspettava più, e ne spiega il motivo: “Perché sono lo zio: l’ho tenuto in braccio, gli volevo bene. Uso l’imperfetto perché adesso non gliene voglio. Benno deve percorrere una lunga scalinata: deve confessare che l’ha fatto, come e perché. Poi deve collaborare, aiutare a trovare Peter. Quindi dovrà scontare la propria pena e infine pentirsi. Solo dopo si può voler bene a una persona ed eventualmente riaccoglierla in famiglia”.
Sugli elementi emersi dal passato di Benno, che hanno portato alla richiesta di una perizia psichiatrica sull’indagato, lo zio conferma e racconta di più: “Tutto vero tranne che, a Neu-Ulm, avrebbe minacciato la sua ragazza con un coltello. Invece si è prelevato il sangue, se lo è iniettato sottocute negli zigomi e sul labbro, per simulare un’aggressione si è tagliuzzato non so dove, non credo sul viso perché è troppo narcisista per deturparsi. Poi ha telefonato gridando aiuto, urlando che era circondato da quattro persone che lo avevano aggredito. Ce lo aveva raccontato Laura.”
“So che la polizia lo aveva disarmato, ammanettato e portato in un ospedale psichiatrico – continua Ghirardini. La diagnosi tremenda fatta lì era schizofrenia paranoide. Poi, in Italia, hanno riscontrato un certo bipolarismo, uno sdoppiamento della personalità soft. Benno è un manipolatore, andava visto nel momento peggiore, non a distanza di tempo. La mente disturbata non è una frattura che si vede con una radiografia.”
A due mesi dall’inizio delle indagini, il cognato della coppia uccisa racconta infine la quotidianità in famiglia: “È migliorata, non siamo più assediati dalle troupe tv. Madé è tornata a Monaco e ha ripreso a lavorare: aveva paura che la vista del sangue potesse crearle problemi, invece l’altro giorno ha operato una caviglia, essendo specializzata in traumatologia, e non le ha fatto effetto. Carla ha ripreso a insegnare: bisogna andare avanti. Certo, oggi è di nuovo un frullatore di emozioni”.