Copiati i dati del telefono di Leonardo Apache La Russa, indagato per violenza sessuale: cosa succede adesso
Il contenuto del telefonino di Leonardo Apache La Russa, sequestrato il 17 luglio, è stato copiato dagli inquirenti: perché può essere una svolta
Verso una svolta. Intorno alle ore 12 di lunedì 31 luglio il telefono di Leonardo Apache La Russa, figlio del presidente del Senato Ignazio, è stato prelevato dalla cassaforte della Procura di Milano per iniziare la copia dei dati. Il contenuto, dopo il backup, sarà analizzato. Lo smartphone era stato sequestrato lo scorso 17 luglio. Leonardo Apache La Russa è indagato per violenza sessuale – insieme all’amico Dj Tommaso Gilardoni – da una ex compagna di classe, che avrebbe denunciato abusi subiti la sera del 18 maggio.
La copia forense del contenuto del telefonino
Il telefonino di Leonardo Apache La Russa era conservato nella cassaforte del procuratore di Milano, Marcello Viola, dallo scorso 17 luglio, giorno del sequestro.
Due settimane dopo, quindi, gli agenti della squadra Mobile che indagano sulla presunta violenza sessuale, denunciata da una ex compagna di scuola del 21enne figlio del presidente del Senato, lo hanno prelevato.
Secondo quanto riferito dall’Ansa, lunedì 31 luglio si procederà solamente con la copia del contenuto (ossia con un backup) del cellulare.
Cosa succede dopo
In un secondo momento, invece, sarà estratto il contenuto da analizzare in base a parole chiave che saranno decise nel contraddittorio tra le parti.
Non si procederà a estrapolare chat o immagini che sono coperte dalle garanzie costituzionali.
Lo smartphone di Leonardo Apache La Russa è senza sim, dato che la scheda intestata allo studio legale del padre, Ignazio La Russa.
La data per le operazioni peritali vere e proprie è ancora da fissare.
A cosa serve la copia forense
La ragazza 22enne che ha denunciato di essere stata violentata ha sempre riferito di non ricordare nulla.
Una volta ottenuta la copia forense del contenuto del cellulare di Leonardo Apache La Russa, riporta il Corriere della Sera, dovrebbe essere possibile appurare se la presunta vittima, sebbene avesse assunto droghe mischiate a benzodiazepine (tranquillanti ottenuti dietro prescrizione medica), quella sera fosse o meno in grado di dare il proprio consenso.