Contro il Capodanno a Ladispoli con Emis Killa, la canzone su stalking e femminicidio: bufera sul sindaco FdI
Bufera sui testi di Emis Killa, considerati inni al femminicidio: a Ladispoli è polemica sull'invito al concerto di Capodanno
Scoppia la polemica sul Capodanno organizzato a Ladispoli con la partecipazione dei rapper Emis Killa e Guè Pequeno, le cui canzoni contengono evidenti riferimenti a stalking e femminicidio. Brani che, ha garantito il sindaco Grando, non saranno cantanti in occasione del concertone di fine anno, ma che comunque hanno alzato una vera e propria bufera sul Comune che ha deciso di ospitare i due mettendo sul piatto, tra l’altro, una cifra importante.
- I brani di Emis Killa incriminati
- La polemica sul concerto a Ladispoli
- Critiche sui compensi
- Le difese di Emis Killa sui testi incriminati
I brani di Emis Killa incriminati
A sollevare la polemica sono stati diversi cittadini, associazioni e anche forze dell’opposizione a Ladispoli che si sono scagliate contro il primo cittadino Alessandro Grano, in quota a Fratelli d’Italia. Le critiche sono arrivate principalmente dopo aver conosciuto alcune parti dei brani di Emis Killa, al secolo Emiliano Rudolf Giambelli, che sembrano essere veri e propri inni al femminicidio.
“Preferisco saperti morta che con un altro. Vengo a spararti” cantava il rapper in “3 messaggi in segreteria”, un testo carico di violenza con parole dure che proseguono anche con “Voglio vedere la vita fuggire dai tuoi occhi, io ci ho provato e tu mi hai detto no. E ora con quella cornetta ti ci strozzerò”.
La polemica sul concerto a Ladispoli
Testi duri e che, soprattutto dopo la tragedia di Giulia Cecchettin e a pochi giorni dal 25 novembre fanno riflettere sul linguaggio utilizzato dal rapper, quasi fosse un messaggio per istigare alla violenza. Anche i brani di Guè vanno su questi binari, con l’esaltazione delle droghe a quella delle armi e della violenza in generale.
Ma nonostante Grando, il sindaco di Ladispoli, abbia sottolineato che “non verranno cantate canzoni contenenti espressioni violente di genere“, l’opposizione gli si è scagliata contro.
“Quella del Comune di Ladispoli è una scelta sbagliata e pericolosa. Affidare lo spettacolo in piazza nella notte di Capodanno a rapper che con le proprie canzoni sembrano quasi incoraggiare comportamenti violenti contro donne e ragazze è tra l’altro un inaccettabile tradimento di ciò che ha chiesto alle istituzioni la grande mobilitazione di sabato scorso” le parole della consigliera regionale e coordinatrice nazionale del Pd Marta Bonafoni.
A farle eco anche Alessandro Giovannetti di Sinistra italiana: “Con la santità della natività, sotto il segno di Dio Patria e Famiglia, la destra locale espone la volontà di stare vicino ai giovanissimi, affrontando i temi più in voga: cocaina, pussy, auto di lusso, pistole e violenza gratuita”.
Critiche sui compensi
Oltre ai brani e alle parole usate nei testi, a far discutere è soprattutto il cachet per i due. Emis Killa e Guè Pequeno, infatti, intascherebbero 200.000 euro per partecipare al concerto di Capodanno.
In totale, riferisce La Repubblica, la festa di Ladispoli costerebbe 345.000 euro, di cui 40.000 richiesti alla Regione Lazio.
Le difese di Emis Killa sui testi incriminati
Un testo del 2016, già criticato al tempo, col 34enne che si difese: “In questa canzone racconto di un ragazzo che perde la testa per la ex fidanzata e decide di ammazzarla. Lo racconto dal punto di vista, malato, di chi ammazza”.
“È’ il mio modo per sensibilizzare e denunciare il femminicidio. Ho scelto un metodo brusco, diretto, cattivo, e soprattutto in prima persona, perché so che è il più efficace e mi appartiene” raccontò su Facebook Giambelli