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Consiglio federale Lega, pieno appoggio a Salvini. Le richieste a Meloni: lista ministeri e Viminale blindato

La Lega non dà una lista di nomi (eccezion fatta per Salvini al Viminale), ma indica un elenco di ministeri da gestire

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Mirko Vitali

GIORNALISTA

Giornalista esperto di politica e attualità, attento anche ai temi economici e alle dinamiche del mondo dello spettacolo. Dopo due lauree umanistiche e il Master in critica giornalistica, lavora e collabora con diverse testate e realtà editoriali nazionali

Concluso il consiglio federale della Lega. A Matteo Salvini è stato confermato il pieno mandato per proseguire i lavori con gli alleati per dare all’Italia un governo politico. Dopo due ore di confronto, è emerso un quadro piuttosto chiaro delle richieste che il Carroccio ha intenzione di far pervenire sul tavolo di Giorgia Meloni. Si preannuncia una trattiva non semplice per la leader di Fratelli d’Italia.

I ministeri chiesti dalla Lega e un solo nome ‘blindato’, quello di Salvini al Viminale

Nessun nome, eccezion fatta per la rivendicazione del Viminale per Salvini. Il consiglio ha però partorito una lista di ministeri che chiederà agli alleati: oltre all’Interno, le Infrastrutture, l’Agricoltura, la Giustizia, il Lavoro e gli Affari regionali o Riforme per l’autonomia. Tale elenco è stato siglato da Salvini e ora finirà sulla scrivania di Giorgia Meloni.

I passaggi del consiglio federale leghista

Presenti al consiglio i tre governatori Attilio Fontana, Massimiliano Fedriga e Luca Zaia, i capigruppo, Riccardo Molinari e Massimiliano Romeo, i tre vicesegretari, Andrea Crippa, Giancarlo Giorgetti e Lorenzo Fontana, e una ventina di responsabili regionali.

Salvini, come riferito dall’AdnKronos, ha cominciato il vertice sventolando la prima pagina di un quotidiano che ha titolato ‘Assedio a Salvini’, parlando di brutto clima di cui “la sinistra è responsabile”.

Spazio poi al governo che verrà: “Quali temi vogliamo affrontare al governo, in quali ministeri dovremmo sederci?”. Fedriga: “Bisogna puntare sulla disabilità”, ossia il ministero già nelle mani della veneta Stefani nel governo Draghi.

Per il resto tutti i partecipanti hanno sottolineato all’unisono che il Viminale dovrebbe essere affidato allo stesso Salvini.

Giorgetti si è detto d’accordo su tutto, compresa la volontà di schierare il segretario all’Interno. Tuttavia non ha celato che non sarà semplice: c’è da aspettarsi “un autunno caldo”, ha chiosato.

Nessun altro nome è uscito dal consiglio. “Grazie a tutti – ha concluso Salvini – ora so cosa chiedere, dice soddisfatto”. Quindi ha rimarcato che il governo “sarà coeso”.

Gli altri temi trattati

Oltre al tema dei ministeri, si è discusso anche sugli obbiettivi del futuro esecutivo. Queste le priorità della Lega: far fronte al caro-bollette, incentivare la Flat Tax fino a 100 mila euro di fatturato, superare la legge Fornero grazie a Quota 41. Inoltre, si è parlato di revisione “del reddito di cittadinanza“, di “taglio della burocrazia” e di “sblocco dei cantieri”.

“Resta fuori dal confronto tra Salvini e i suoi il tema dei ‘nordisti’, a partire dall’iniziativa di Bossi per il ‘Comitato nord’. “Non se ne è parlato affatto”, ha assicurato uno dei partecipanti.

Draghi: “Pnrr non è il piano di un governo ma di tutta l’Italia, politica collabori”

Nelle scorse ore è tornato a parlare anche Mario Draghi: “Il Pnrr non è il piano di un governo, ma di tutta l’Italia, e ha bisogno dell’impegno di tutti per garantirne la riuscita nei tempi e con gli obiettivi previsti. La politica italiana sa ottenere grandi risultati quando collabora – tra forze politiche di colori diversi, tra Governo centrale ed enti territoriali”.

“Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza – ha aggiunto  il premier – rappresenta una straordinaria opportunità per sostenere l’economia in un momento di rallentamento; per rilanciare il Paese dopo due decenni di crescita lenta e diseguale; per dimostrare ai cittadini e ai nostri partner europei che l’Italia sa investire bene e con onestà”.

E ancora: “Grazie al PNRR, investiamo quasi 20 miliardi per misure di inclusione sociale e introduciamo riforme e interventi per ridurre i divari generazionali, regionali, di genere. Penso al reimpiego dei beni confiscati alla criminalità organizzata da parte delle amministrazioni comunali, una misura importante nel contrasto patrimoniale alle mafie. Sono progetti che portano nuova vita e orgoglio nelle comunità locali – e che necessitano della collaborazione dei Comuni, ad esempio con il rispetto dell’obbligo di pubblicità”.

“Per tutelare gli investimenti, abbiamo ampliato i poteri dei Prefetti, intensificato i controlli, rafforzato l’Organismo centrale di monitoraggio, raccolta e analisi di informazioni sul rischio di infiltrazione. Abbiamo previsto l’assunzione di 700 persone da parte dei ministeri competenti, anche per potenziare le attività di controllo e sostenere gli enti locali”, ha concluso l’ex numero uno della Bce.

Fonte foto: ANSA

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