Concorsopoli a Milano: Massimo Galli rischia il processo, la Procura chiede il rinvio a giudizio
Concorsopoli a Milano: chiesto il rinvio a giudizio per il virologo Massimo Galli. Secondo i pm avrebbe favorito un candidato
Nuovi sviluppi nell’ambito dell’indagine sui presunti concorsi pilotati per i posti di professore e ricercatore alla facoltà di Medicina dell’Università Statale di Milano. La Procura del capoluogo lombardo ha chiesto il rinvio a giudizio per l’infettivologo Massimo Galli.
- Il peso di Galli ridimensionato nell'inchiesta
- L'ipotesi dei pm: irregolarità in un concorso pubblico
- Il medico penalizzato espresse stima per Galli
Il peso di Galli ridimensionato nell’inchiesta
Il peso di Galli nell’inchiesta, rispetto alle ipotesi iniziali, si è andato via via ridimensionando e oggi resiste solo l’ipotesi accusatoria per un episodio di turbativa d’asta e per falso.
Massimo Galli, oggi in pensione ed ex primario dell’ospedale Luigi Sacco, è stato conosciuto dal grande pubblico durante i mesi della pandemia per la sua partecipazione a numerose trasmissioni televisive.
La richiesta di rinvio a giudizio è stata avanzata dai pubblici ministeri Bianca Maria Eugenia Baj Macario, Carlo Scalas e Maurizio Romanelli.
Indagato anche Agostino Riva, vincitore di un concorso per il ruolo di professore di seconda fascia in malattie cutanee, infettive e dell’apparato digerente.
L’ipotesi dei pm: irregolarità in un concorso pubblico
Secondo l’ipotesi accusatoria dei pm, Galli sarebbe intervenuto sul verbale contenente le valutazioni dei candidati commettendo alcune irregolarità. Nello specifico, il prospetto dei punteggi sarebbe stato redatto in maniera non consona. In quella occasione Riva sarebbe stato avvantaggiato.
Il medico penalizzato espresse stima per Galli
Ad essere penalizzato, sostiene l’accusa, l’infettivologo del Niguarda Massimo Puoti, il quale ha però espresso stima e apprezzamento per Galli.
“Massimo Galli è un amico e lo stimo molto”, aveva detto Puoti. Il quale aveva anche aggiunto che è “tutto il sistema” a non funzionare. Le “inchieste mirate”, aveva continuato Puoti, hanno il solo scopo di “processare il dito e non guardare la luna”.
Ora si attende la decisione del giudice per l’udienza preliminare che potrebbe deliberare per il processo o per il non luogo a procedere.