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Come funziona la truffa ai correntisti di banche e Poste: conti prosciugati, 48 indagati a Napoli

Indagate a Napoli 48 persone con l'accusa di aver truffato decine di correntisti, penetrando nei sistemi di banche e Poste per svuotare i loro conti

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Claudio Carollo

GIORNALISTA

Classe ’88, è giornalista professionista dal 2017. Scrive di cronaca e attualità economico-politica, interessandosi nel tempo di tematiche sociali e sport. Ha collaborato con diverse testate nazionali, con esperienze anche in radio.

Un esteso sistema di frodi bancarie da decine di migliaia di euro che ha permesso a un gruppo criminale di svuotare diversi conti correnti in tutta Italia. Sono 48 le persone indagate dalla procura di Napoli per almeno circa 50 colpi messi a segno tra il 2016 e il 2019, tramite i quali sono riusciti a truffare i correntisti inconsapevoli penetrando nei sistemi informatici di Poste italiane e di diversi istituti di credito.

L’indagine a Napoli

L’inchiesta è partita da una denuncia presentata alla polizia postale di Genova da parte di una azienda ligure che opera nel settore alimentare. Ma è grazie alle indagini dei carabinieri di Marcianise e degli agenti della postale, con il coordinamento del pool reati informatici guidati dal pm Claudio Orazio Onorati, che gli investigatori di Caserta e Napoli, hanno ricostruito la struttura dell’associazione criminale.

Proprio nel capoluogo partenopeo è stata individuata la base operativa dell’organizzazione, suddivisa in quattro “cellule” collegate tra di loro: una in Spagna e altre tre nel Casertano, a Villa Literno, Castel Volturno e Marcianise.

I reati contestati agli indagati

Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, ogni raggruppamento aveva il compito di trovare dealer corrotti di compagnie telefoniche e i cosiddetti “money mules”, individui che dovevano poi ritirare il denaro sottratto dai conti correnti.

Diversi i reati contestati, a vario titolo, dai magistrati: associazione a delinquere, il riciclaggio, l’accesso abusivo a un sistema informatico o telematico, il possesso e fabbricazione di documenti di identificazione, la frode informatica, la contraffazione delle impronte di una pubblica autenticazione o certificazione.  Nel corso delle 35 perquisizioni effettuate in tutta Italia sono state arrestate in flagranza 4 persone, con l’accusa di falso documentale, frode informatica, porto abusivo di armi e accesso abusivo a conti correnti.

Come funzionava la truffa ai correntisti di banche e Poste

Come riporta Ansa, l’organizzazione criminale avrebbe creato un ingegnoso sistema che gli avrebbe permesso di penetrare nei sistemi informatici di diverse banche in tutta Italia e di Poste italiane per emettere bonifici dai conti correnti dei correntisti inconsapevoli.

Tre i passaggi centrali attorno ai quali veniva realizzata chiave la truffa. Innanzitutto i componenti dell’associazione entravano in possesso di dati, documenti e codici del conto intestato della vittima. In un secondo momento veniva isolata la rete telefonica dell’utenza intestata al correntista e veniva effettuato, in un dealer compiacente, il trasferimento della linea su una nuova sim card attivata in un punto vendita mediante l’utilizzo di documenti contraffatti, su cui pervenivano i codici dei dispositivi di sicurezza del conto. Infine, su un conto riconducibile ai truffatori veniva inviato il bonifico con la somma sottratta, ritirata poi dai “money mules”.

Il sistema ha permesso di truffare correntisti sparsi in tutta Italia, in particolare un residente a Sorrento ha visto sparire dal proprio conto circa 61mila euro.

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