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Città Maya scoperta in Messico per caso da un dottorando in mezzo alla giungla: è stata chiamata Valeriana

Una enorme città Maya è stata scoperta “per caso” da un dottorando, grazie a una nuova tecnica laser, in Messico: è stata ribattezzata Valeriana

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Ubaldo Argenio

GIORNALISTA

Giornalista pubblicista esperto di cultura, sport e cronaca, scrive anche di attualità, politica e spettacolo. Laureato in Scienze della Comunicazione, inizia a collaborare con testate locali di Benevento per poi passare a testate nazionali, per le quali si è occupato principalmente di approfondimenti sportivi e culturali. Lavora anche come editor.

Incredibile scoperta avvenuta in Messico, dov’è stata ritrovata un’enorme città Maya nel cuore della giungla. Il complesso nascosto, che è stato ribattezzato Valeriana, è stato individuato da un dottorando utilizzando il Lidar, un tipo di rilevamento laser che mappa le strutture sepolte sotto la vegetazione.

Città Maya scoperta in Messico

Anche se la tecnologia sempre più a portata di mano, l’uomo non ha perso il desiderio di scoprire e conoscere. E se una volta gli esploratori delle Americhe dovevano armarsi di machete e binocoli per andare alla scoperta del passato, questi strumenti sono oggi stati soppiantati da altri, come la mappatura laser.

Ed è proprio grazie a una tale tecnologia che di recente Luke Auld-Thomas, dottorando in Antropologia della Northern Arizona University, è riuscito inaspettatamente a portare a casa un incredibile risultato: la scoperta di una città Maya nello stato sud-orientale messicano di Campeche.

La piramide di Calakmul, sito archeologico Maya situato non distante dalla città di Valeriana, scoperta “per caso” in Messico durante gli studi di un dottorando

Una città enorme, con tanto di piramidi, campi sportivi e strade rialzate che collegano i quartieri e gli anfiteatri. Il complesso, che è stato chiamato “Valeriana”, è stato individuato grazie alla tecnologia Lidar, già usata per portare alla luce i resti di un’antica città risalente al XV secolo nei pressi di Johannesburg, in Sudafrica: Kweneng.

Com’è stata scoperta la città

Come spiegato dal team di ricerca, sono stati individuati “per caso” tre siti in totale, in un’area di indagine grande quanto la capitale scozzese Edimburgo: “Ero a pagina 16 della ricerca Google e ho trovato un lavoro con i laser condotto da un’organizzazione messicana per il monitoraggio ambientale” ha spiegato Auld-Thomas.

Una volta elaborati i dati del rilevamento Lidar (una tecnica di telerilevamento che emette migliaia di impulsi laser da un aereo e mappa gli oggetti sottostanti calcolando il tempo impiegato dal segnale per tornare indietro) lo studente non ha più avuto dubbi.

Luke Auld-Thomas è riuscito a individuare un’enorme città antica che, nel periodo del suo massimo splendore, tra il 750 e l’850 d.C., poteva ospitare dalle 30.000 alle 50.000 persone: un centro culturalmente ricco e complesso, che potrebbe portare a riscrivere la storia di una regione vista come un luogo nel quale “le civiltà andavano a morire”, come affermato dal professor Marcello Canuto, coautore della ricerca.

Le caratteristiche di Valeriana

La città è stata chiamata Valeriana in onore di una laguna non distante, e si trova a soli 15 minuti di cammino da una strada principale vicino a Xpujil, dove ora vivono principalmente i Maya. Per questo motivo è stata definita dai ricercatori “nascosta ma in bella vista”.

Non ci sono ancora foto della città perduta perché “nessuno c’è mai stato”, anche se la gente del posto sospettasse da tempo che ci fossero delle rovine sotto i cumuli di terra. Valeriana ha i “tratti distintivi di una capitale” e sarebbe seconda solo allo spettacolare sito di Calakmul per densità di edifici.

La città, che si estendeva per circa 16,6 kmq, aveva due centri principali con grandi edifici distanti circa 2 km l’uno dall’altro, collegati da fitte case e strade rialzate. Ha due piazze con templi piramidali, utilizzate dai Maya principalmente per motivi religiosi e spirituali (oltre che per nascondere tesori).

Sarebbero stati individuati anche un campo per il gioco della palla (il Tlachtli), un probabile bacino idrico per la popolazione e ben 6.764 edifici di varie dimensioni.

 

 

Fonte foto: iStock

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