Chi è Alice Weidel, leader di AfD in Germania, e perché minaccia l'Unione europea agitando la Dexit
L’intervista alla leader del partito di estrema destra tedesco AfD, Alice Weidel, che rifiuta la definizione di “estremista” e minaccia la Dexit
Nel corso di un’intervista la leader del partito di estrema destra tedesco AfD, Alice Weidel, ha chiarito la posizione del suo partito, che “non è radicale né estremista”, mettendo però le mani avanti parlando dell’Unione Europea, parlando di Dexit: “La Germania, per sopravvivere, non ha bisogno della Ue”.
L’intervista ad Alice Weidel
Con un’intervista rilasciata a Repubblica, Alice Weidel, la leader del partito di estrema destra AfD (Alternative für Deutschland, letteralmente “Alternativa per la Germania”) ha parlato della linea del suo schieramento sia in campo nazionale che europeo.
È la prima volta, dalla fine della Seconda Guerra Mondiale, che un partito di estrema destra ha ottenuto un risultato significativo in Germania, vincendo le elezioni in Turingia e arrivando secondo in Sassonia, portando gli schieramenti opposti a erigere un Brandmauer, un’alleanza che è un “muro” di protezione dall’AfD.
Un’azione che, secondo la Weidel, è “profondamente antidemocratica. Sembra il “Fronte nazionale” della ex Ddr. Isolando l’AfD, che in Turingia e Sassonia rappresenta oltre il 30% degli elettori, e in Turingia è arrivata persino prima, si danneggia la cultura democratica nel nostro Paese. E si ignora la evidente spinta degli elettori per un cambiamento politico sostanziale”.
La leader di AfD contro la sinistra
Secondo la leader di AfD, l’accordo tra i partiti opposti “non potrà reggere a lungo”, dato che “senza l’AfD, la Cdu (l’Unione Cristiano-Democratica di Germania, ndr) non può fare la politica centrista e conservatrice che ha promesso in campagna elettorale”.
La politica tedesca contro l’AfD, vista come una forza estremista, sembra inoltre esagerata per la Weidel, dato che “è sufficiente uno sguardo ai nostri vicini in Austria e al fatto che ci sia un atteggiamento molto più rilassato verso la nostra alleata Fpö, per riconoscere quanto sia scandaloso questo modo di agire in una democrazia”.
E, nonostante anche Fpö (il Freiheitliche Partei Österreichs, “Partito della Libertà Austriaco”) sia visto come un partito conservatore, nazionalista, xenofobo e filoputiniano, secondo la Weidel “sono accuse infondate. Nessun tribunale ha decretato che Björn Höcke (leader di Fpö, ndr) possa essere definito un “fascista”.
La minaccia della Dexit
Weidel chiarisce che “l’Afd non è radicale né estremista”, ma è nel tempo “diventato il partito preferito dai lavoratori”. E, per quanto riguarda il discorso Europa, la leader di AfD è netta: “Abbiamo fondato un nostro gruppo al Parlamento europeo. E restiamo convinti che una vera Europa libera possa solo basarsi su un’unione libera di popoli eguali”
“Mi dispiace – continua poi la Weidel – se qualcuno rimarrà deluso, se il ‘pagatore’ Germania si riprenderà un po’ di sovranità”. Una frase che non può far pensare alla Dexit, sul modello della Brexit inglese.
“La Dexit, l’uscita della Germania dall’Ue, per noi è un’ultima ratio. Non vogliamo distruggere cose, le vogliamo riformare – conclude poi Alice Weidel – Ma può avvenire soltanto se i nostri partner europei capiscono che devono rispettare i nostri interessi più vitali. La Germania, per sopravvivere, non ha bisogno della Ue. La Ue, al contrario, ha bisogno della Germania”.