Celeste Palmieri uccisa a San Severo da Mario Furio, braccialetto elettronico non ha funzionato: il retroscena
L'omicidio di Celeste Palmieri, avvenuto a San Severo, si poteva evitare? Mario Furio indossava un braccialetto, ma non si è attivato
Celeste Palmieri è stata vittima di un femminicidio a San Severo, dove il marito Mario Furio, un ex agente penitenziario, l’ha uccisa a colpi di arma da fuoco. La vicenda si complica con il fallimento del braccialetto elettronico che avrebbe dovuto proteggerla.
L’omicidio di Celeste Palmieri
Nella mattina dell’omicidio, Celeste Palmieri ha incrociato il marito Mario Furio in un supermercato di via Salvemini. Nonostante avesse allertato i carabinieri temendo per la sua sicurezza, il braccialetto elettronico che Furio indossava non si è attivato.
Poco dopo, nel parcheggio del supermercato, Furio ha aperto il fuoco, ferendo Palmieri, che è stata trasportata d’urgenza all’ospedale Masselli Mascia.
Qui, dopo ore di lotta tra la vita e la morte, è spirata nel pomeriggio.
Tentativo di protezione: il braccialetto
Celeste Palmieri aveva avviato le procedure per la separazione dal marito e aveva sporto diverse denunce per stalking e maltrattamenti. Le autorità avevano emesso un divieto di avvicinamento nei confronti di Furio, il quale, nonostante fosse monitorato tramite un braccialetto elettronico, è riuscito ad avvicinarsi alla moglie senza che il dispositivo si attivasse.
Nella mattina del femminicidio, la donna aveva contattato i carabinieri poiché aveva visto il marito nel supermercato e temeva per la sua incolumità. Nonostante le segnalazioni, il braccialetto non si è attivato quando Furio si è avvicinato e l’ha colpita.
Dopo averla ferita, Furio si è allontanato di poco e si è tolto la vita con la stessa arma. Le ragioni di questo malfunzionamento possono essere molteplici, tra cui problemi tecnici del dispositivo o una mancanza di comunicazione tra le forze dell’ordine e il sistema di monitoraggio.
I braccialetti funzionano?
Il braccialetto elettronico è stato introdotto in Spagna nel 2009 come misura di protezione per le vittime di stalking e violenza domestica, dimostrandosi efficace nel ridurre i casi di femminicidio. Secondo i dati forniti dalla multinazionale 3M, responsabile della fornitura di questi dispositivi, in Spagna il numero di omicidi legati alla violenza di genere è diminuito del 33,33% (a Madrid) grazie a questo monitoraggio.
Il funzionamento del braccialetto prevede che l’indagato indossi un dispositivo dotato di GPS e un sistema di allerta in caso di manomissione. Contestualmente, la vittima ha un dispositivo portatile che consente di attivare un allarme.
Questo sistema consente alle forze dell’ordine di monitorare in tempo reale i movimenti del molestatore e intervenire tempestivamente in caso di violazione delle zone di sicurezza attorno alla vittima.