Omicidio Sharon Verzeni, via a test Dna ai vicini per capire chi l'ha uccisa: è il "metodo Yara Gambirasio"
Si spera in una svolta per l'omicidio di Sharon Verzeni dopo i test del Dna fatti ai vicini di casa. Si tratta del metodo "Yara Gambirasio"
Proseguono le indagini sull’omicidio di Sharon Verzeni. La donna è stata trovata accoltellata nella notte tra il 29 e il 30 luglio. Le indagini si concentrano ora sui residenti di via Castagnate, che sono stati sottoposti a test del Dna nel tentativo di identificare l’omicida. Questo approccio ricorda il metodo utilizzato nel caso di Yara Gambirasio.
- Via ai test del Dna per i vicini
- Cos'è il metodo Yara Gambirasio
- Quali sono i dubbi dell'omicidio Sharon Verzeni
Via ai test del Dna per i vicini
In seguito all’omicidio di Sharon Verzeni, gli investigatori hanno avviato una campagna di raccolta di campioni di Dna tra i residenti di via Castagnate e delle zone limitrofe a Terno d’Isola.
Il Ris di Parma è incaricato di analizzare le tracce biologiche repertate sul corpo e sui vestiti della vittima, sperando di trovare una corrispondenza con il Dna dei vicini. Gli abitanti della zona sono stati già convocati per sottoporsi al test.
I campioni saranno comparati con le tracce trovate sulla scena del crimine, nella speranza di fare luce su chi abbia commesso l’omicidio.
Cos’è il metodo Yara Gambirasio
Il metodo utilizzato per indagare sull’omicidio di Sharon Verzeni richiama quello impiegato nel caso di Yara Gambirasio, avvenuto nel 2010 a Chignolo d’Isola, a soli tre chilometri da Terno.
Nel caso di Yara, le autorità raccolsero oltre 22mila campioni di Dna per confrontarli con quello ritrovato sul corpo della vittima. Dopo anni di indagini, questo approccio portò all’identificazione di “Ignoto 1”, poi rivelatosi essere Massimo Bossetti, che fu condannato all’ergastolo.
Anche nel caso di Sharon Verzeni, le indagini biologiche rappresentano una possibile svolta per gli investigatori, che sperano di replicare il successo ottenuto nel caso di Yara.
Quali sono i dubbi dell’omicidio Sharon Verzeni
Nonostante le numerose piste seguite, l’omicidio di Sharon Verzeni presenta ancora molti dubbi. Il compagno della vittima, Sergio Ruocco, è stato ascoltato dagli inquirenti come persona informata sui fatti, perché le telecamere di sorveglianza confermano la sua presenza a casa la sera del delitto. Gli investigatori stanno ancora esaminando i video di cinquanta dispositivi alla ricerca di indizi.
Un elemento che potrebbe rivelarsi decisivo è il telefono di Sharon, che nelle ore precedenti all’omicidio ha generato traffico. Un dettaglio solleva l’ipotesi di un appuntamento o di una trappola, che potrebbe aver condotto Sharon alla sua tragica fine.
Nonostante le indagini siano ancora in corso, i familiari della vittima, come il padre Bruno Verzeni, rimangono fermi nel sottolineare che Sharon non aveva problemi personali o professionali.