Candidati elezioni Regionali Lombardia 2023: Fontana, Ghidorzi, Majorino, Moratti e i loro programmi
Attilio Fontana, Pierfrancesco Majorino, Letizia Moratti e Mara Ghidorzi: chi sono i candidati alla Regione Lombardia e quali sono i loro programmi
Tornano le elezioni Regionali. Domenica 12 e lunedì 13 febbraio gli elettori residenti in Lombardia saranno chiamati a votare per eleggere il presidente e il Consiglio regionale. La partita è tra l’uscente Attilio Fontana (centrodestra), Pierfrancesco Majorino (centrosinistra e M5s), Letizia Moratti (Terzo Polo), Mara Ghidorzi (Unione Popolare). Ecco chi sono e quali sono i loro programmi.
- Chi è Attilio Fontana e qual è il suo partito
- Chi è Mara Ghidorzi e qual è il suo partito
- Chi è Pierfrancesco Majorino e qual è il suo partito
- Chi è Letizia Moratti e qual è il suo partito
Chi è Attilio Fontana e qual è il suo partito
Attilio Fontana è nato a Varese il 28 marzo 1952. Padre di tre figli e avvocato penalista titolare dal 1980 di uno studio legale sito in Varese, si è laureato in Giurisprudenza nel 1975 presso l’Università degli Studi di Milano.
Dal 1979 al 1982 ha assunto la carica di Conciliatore di Induno Olona e dal 1983 al 1988 quella di Vice Pretore Onorario avanti la Pretura di Gavirate.
Dal 2009 al 2017 è stato componente del Cda e vicepresidente vicario di Fiera Milano.
La sua attività politica inizia con la nascita della Lega Nord: dal 1995 al 1999 è sindaco del comune di Induno Olona, nel 2006 è eletto sindaco di Varese al primo turno, venendo confermato nel 2011.
Nel 2000 si candida alle Regionali e viene eletto consigliere: rieletto nel 2005, diventa presidente del Consiglio regionale fino al luglio 2006.
Dal 2009 al 2014 è presidente di Anci Lombardia e nel 2018 accetta la candidatura a Presidente della Regione Lombardia, vincendo le elezioni del 4 marzo con il 49,75% dei voti.
Attilio Fontana, il governatore in carica, va a caccia di un secondo mandato con il sostegno di tutto il centrodestra.
La sua coalizione è composta da 6 simboli:
- Fratelli d’Italia;
- Lega;
- Forza Italia;
- la sua lista civica;
- Unione di centro – Verde è popolare:
- Noi Moderati (che candida come capolista su Milano, Bergamo e Brescia il sottosegretario alla Cultura, Vittorio Sgarbi).
Il programma di Attilio Fontana
Cosa prevede il programma di Attilio Fontana? Ecco i punti principali (qui quello completo):
- mobilità e infrastrutture: interventi stradali e ferroviari, metropolitane e tranvie, infrastrutture delle prossime Olimpiadi invernali Milano-Cortina del 2026, sperimentazioni green sul trasporto, banda larga;
- autonomia della Lombardia;
- welfare: inclusione sociale, contrasto alla povertà e alla violenza contro le donne, asili nido gratis, interventi di sostegno alla famiglia, provvedimenti per fragili e caregiver;
- sanità: assistenza al domicilio, riduzione tempi di attesa delle prestazioni;
- sicurezza: videosorveglianza e vigilantes sui treni;
- lavoro: promuovere un “ecosistema di imprese innovative” e una “rete di servizi per il lavoro e incentivi all’autoimprenditorialità”;
- sostenibilità: promozione di “nuovi modelli di sviluppo sostenibile per una transizione ecologica basata su una forte spinta di ricerca e dell’innovazione, favorendo l’efficientamento energetico degli edifici, le comunità energetiche rinnovabili”. E non solo. Tra gli obiettivi c’è anche quello di “integrare la capacità d’innovazione tecnologica del settore agricolo e le eccellenze del territorio per tutelare e promuovere il settore agricolo regionale, proteggendo al contempo l’ambiente e la biodiversità e valorizzando le eccellenze”.
Chi è Mara Ghidorzi e qual è il suo partito
Mara Ghidorzi è nata il 25 aprile 1981. Laureata in Sociologia, ha poi perfezionato la sua formazione nel campo delle politiche di genere, sia tramite percorsi accademici sia a livello politico e sociale: “Il femminismo – ha dichiarato nella presentazione scritta dopo la candidatura – ha profondamente influenzato il mio agire politico e credo fortemente che diritti sociali e diritti civili debbano essere fra loro interconnessi senza gerarchie”.
Ghidorzi lavora come progettista e ricercatrice su tematiche legate all’inclusione socio-lavorativa, la cittadinanza attiva e la parità di genere.
Nelle sue liste Ghidorzi ci sono anche candidati di Rifondazione Comunista, Dema e Potere al Popolo, oltre a Unione Popolare.
L’obiettivo è quello di raccogliere consenso nella Regione “più ricca d’Italia, dove però sono anche più ampie le diseguaglianze in termini di reddito, opportunità e qualità della vita”, ha dichiarato.
Il programma di Mara Ghidorzi
I punti salienti del programma di Mara Ghidorzi (qui quello completo):
- prevenzione e salute: abolizione di tutte le controriforme che hanno privatizzato la sanità rendendo la salute una merce finalizzata al profitto delle grandi aziende ospedaliere. Reinvestire su una seria politica sanitaria pubblica, basata sulla prevenzione che è molto meno costosa ma più efficace sul lungo periodo;
- diritti: potenziamento dei consultori pubblici e laici, chiusura dei CPR e sviluppo di politiche di accoglienza e inserimento sociale per le e i migranti, apertura di case rifugio per le persone lgbtqi+ vittime di discriminazione e investire maggiormente nei centri antiviolenza;
- ambiente: la cura e la tutela del territorio, stoppando il consumo di suolo e la cementificazione selvaggia (anche travestita da finti boschi verticali): il verde, i parchi come bene comune per tutt! Investire sul trasporto pubblico locale che sia efficiente ed economico ad un costo scaglionato in base alle fasce di reddito;
- casa: la gestione Aler va totalmente azzerata. È necessario riqualificare l’esistente patrimonio pubblico e riconvertire ad edilizia residenziale pubblica i tanti edifici dismessi presenti sul nostro territorio, per venire incontro alla crescente emergenza abitativa causata dalla speculazione immobiliare;
- lavoro e formazione professionale: abolire il sistema a Dote per le politiche attive, che non garantisce l’occupabilità delle persone più fragili ma che invece è un modo per arricchire le agenzie private per il lavoro. Potenziare le risorse, gli spazi e il personale dei centri per l’impiego pubblici. Reinvestire sui Centri di Formazione Professionale pubblici che sono stati negli anni sempre più depotenziati o dismessi. Va inoltre garantita un’equa retribuzione nei tirocini, anche curriculari.
Chi è Pierfrancesco Majorino e qual è il suo partito
Pierfrancesco Majorino è nato a Milano il 14 maggio 1973. Sposato con Caterina Sarfatti, direttrice del programma Inclusive Climate Action C40 e figlia dell’imprenditore Riccardo (che fu candidato alla presidenza della Regione nel 2005), ha due figli. Il candidato è inoltre nipote del poeta Giancarlo Majorino.
Dal 1994 al 1998 è stato presidente nazionale dell’Unione degli studenti e della Rete studentesca. Poi, a 25 anni, è diventato consigliere del dipartimento Affari sociali della presidenza del Consiglio, collaborando con la ministra della solidarietà sociale, Livia Turco, sulle politiche giovanili e la lotta alle dipendenze.
Nel 2004 è eletto segretario cittadino dei Democratici di sinistra e, nel 2006, entra in consiglio comunale, diventando capogruppo del Pd nel 2008, all’opposizione.
Rieletto nel 2011, diventa assessore alle Politiche sociali nella giunta di Giuliano Pisapia.
Sotto la giunta Sala, nel 2016, resta all’assessorato.
Tre anni dopo è il principale promotore del corteo ‘People – prima le persone‘, che porta in piazza, a Milano, circa 200 mila manifestanti. Nello stesso anno si candida alle elezioni Europee nella lista del Pd, venendo eletto con oltre 93 mila preferenze.
Nella coalizione di Majorino, oltre al Pd, ci sono anche il M5s, l’alleanza Verdi eSinistra – Reti Civiche e una lista civica guidata dal direttore dell’Irccs Galeazzi, Fabrizio Pregliasco.
Il programma di Pierfrancesco Majorino
Il programma di Pierfrancesco Majorino si articola in 22 punti (qui quello completo). Ecco i principali:
- salute: “Rimetteremo al centro la medicina territoriale (con vere case di comunità, medici e pediatri di base) e i diritti dei pazienti. Non ci sarà più spazio per la politica che occupa i posti di potere dimenticandosi completamente criteri di competenza e merito, cambieremo le procedure per selezionare i dirigenti delle grandi strutture ospedaliere”;
- diritti: “La Lombardia deve essere un punto di riferimento internazionale per la lotta alle diseguaglianze e per la capacità di generare politiche pubbliche inclusive”;
- welfare: “Per diventare grandi serve liberare talenti, accompagnare ogni cittadino a esprimere il meglio delle proprie potenzialità, alleggerire le persone dalle proprie condizioni di fragilità. Le politiche macroeconomiche di crescita, quelle di welfare e per generare lavoro buono sono parte di un unico sistema che guardi al futuro. E perché la Lombardia torni ad essere orgogliosa di sé stessa deve imparare anche a investire sui nostri ragazzi e le nostre ragazze”;
- trasporti: “Con sinergie concrete, si rafforza la sicurezza e si garantiscono i diritti fondamentali delle persone. Come quello alla casa e ai trasporti efficienti, sicuri e puntuali”.
Chi è Letizia Moratti e qual è il suo partito
Letizia Moratti, ex vicepresidente di Fontana, dopo aver presentato le sue dimissioni dalla giunta nel novembre 2022 corre con il supporto del Terzo Polo e di una lista civica.
Nata il 26 novembre 1949 a Milano, madre di Gilda e Gabriele, ha un lungo cursus honorum come manager e politica.
Padre partigiano di origine aristocratiche come la madre, dopo aver frequentato il Collegio delle Fanciulle del capoluogo ombardo si laurea in Scienze scientifiche alla Statale e diventa per un breve periodo assistente in Diritto comunitario europeo.
A soli 25 anni si occupa di brockeraggio assicurativo, poi entra nel Consiglio di amministrazione della Banca commerciale italiana (Comit), e ricopre ruoli analoghi e dirigenziali in varie aziende.
Poi, la politica: prima diventa presidente Rai, quindi ministra dell’Istruzione (la sua riforma viene però cancellata e sostituita dal secondo Governo Prodi). Ma è la candidatura per il centrodestra e l’elezione a sindaca (dal 2006 al 2011) che la rende davvero nota tra i milanesi.
La sua grande vittoria è l’Expo 2015. Nel 2011 viene sconfitta da Giuliano Pisapia. Per questo, riprende il suo percorso manageriale all’Ubi, ma poi riemerge, anche qui senza preavviso nella politica: sostituisce Giulio Gallera, assessore lombardo al Welfare in quota Forza Italia molto criticato per la gestione del Covid, ed è anche vicepresidente. I rapporti con il presidente Attilio Fontana si raffreddano rapidamente, si dimette dalla giunta e ‘lascia’ il centrodestra’.
Alle elezioni 2023, anche se non avrà il sostegno del Comitato Nord di Umberto Bossi, nella lista di Moratti figurano comunque molte vecchie conoscenze del centrodestra, come l’ex leghista ed ex presidente del Consiglio regionale Davide Boni.
Il programma di Letizia Moratti
Undici i punti del programma di Letizia Moratti, ecco i principali (qui quello completo):
- Trenord: “occorre avviare una radicale riflessione sulla gestione e sui risultati di Trenord, per dare risposte positive ai cittadini sulle molte criticità presenti. Occorre studiare con attenzione i flussi e le tratte, per individuare gli strumenti di intervento mirati e concreti. Vogliamo arrivare a una progressiva liberalizzazione del servizio, iniziando dalle tratte più brevi. Più in generale, è necessario riequilibrare gli investimenti tra Milano e le altre province, privilegiando la fascia meridionale della regione e le aree meno collegate”;
- sanità: “completamento del rafforzamento della sanità territoriale con la realizzazione di 216 Case della Comunità, 71 Ospedali della Comunità e 104 Centrali Operative Territoriali. Completamento del progetto Casa come prima luogo di cura e telemedicina, per raddoppiare il numero di anziani over 65 con patologie croniche presi in carico dall’Assistenza Domiciliare Integrata, passando dal 5% al 10% entro il 2026. Riduzione delle liste di attesa delle prestazioni ambulatoriali anche attraverso un sistema premiale e di decurtazione legato al rispetto dei tempi in campo chirurgico, diagnostico e ambulatoriale”;
- welfare: “politiche di sostegno alle famiglie per le spese educative e scolastiche, e per le attività sportive e culturali. Redazione del Patto per il Lavoro Regionale. Introdurre l’istituto del quoziente familiare, individuando il nucleo familiare e non il singolo contribuente quale soggetto passivo dell’Irpef. Garantire il diritto alla salute pubblica anche a chi è senza permesso di soggiorno, assegnando un MMG a ciascun cittadino presente in Regione in attesa di regolare permesso”;
- sicurezza: “potenziare gli organici della polizia locale con interventi mirati in collaborazione e sinergia con i comuni predisponendo ove possibile forme di cooperazione inter-comunali o con l’aggregazione e la cooperazione”.