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Beniamino Zuncheddu scarcerato dopo 32 anni: strage di Sinnai, svolta nel processo di revisione

Scarcerato dopo 32 anni Beniamino Zuncheddu, l'ex pastore di 58 anni di Burcei (Cagliari), condannato all'ergastolo per triplice omicidio

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Mirko Vitali

GIORNALISTA

Giornalista esperto di politica e attualità, attento anche ai temi economici e alle dinamiche del mondo dello spettacolo. Dopo due lauree umanistiche e il Master in critica giornalistica, lavora e collabora con diverse testate e realtà editoriali nazionali

Beniamino Zuncheddu, l’ex allevatore di 58 anni di Burcei (Cagliari), è stato scarcerato il 25 novembre dopo aver trascorso 32 anni dietro le sbarre. Fu condannato in via definitiva all’ergastolo per il triplice omicidio dell’8 gennaio del 1991, quando sulle montagne di Sinnai furono ammazzati tre pastori mentre una quarta persona rimase gravemente ferita.

La decisione della Corte d’Appello di Roma

A pronunciarsi sulla vicenda è stata la Corte d’Appello di Roma che ha deciso di scarcerare Zuncheddu. A rendere nota la notizia è stato il legale dell’ex pastore, Mauro Trogu, il quale aveva presentato istanza per la libertà condizionale e la revisione del processo.

Zuncheddu, in tutti questi anni, si è sempre proclamato innocente. Prima della scarcerazione era in regime di semilibertà nel carcere di Uta (Cagliari). Gli era concesso di uscire per lavorare, ma doveva rientrare in cella la sera.

Beniamino Zuncheddu fuori dal carcere assieme ai familiari

La svolta è giunta nell’ultima udienza. Luigi Pinna, 62 anni, unico sopravvissuto alla strage avvenuta nel 1991, ha testimoniato in aula che “prima di effettuare il riconoscimento dei sospettati, l’agente di polizia che conduceva le indagini mi mostrò la foto di Beniamino Zuncheddu e mi disse che il colpevole della strage era lui”.

Pinna ha anche dichiarato di non aver visto in viso Zuncheddu perché l’autore degli omicidi aveva il volto coperto da una calza.

Le prime parole di Zuncheddu

“Sono molto contento di lasciare il carcere dopo quasi 33 anni, che sono stati lunghissimi”. Così Zuncheddu le cui dichiarazioni sono state riferite dalla garante per i detenuti Irene Testa. L’uomo, subito dopo essere uscito dal penitenziario, ha ricevuto l’abbraccio della sorella.

“Non so cosa farò per prima cosa: ora sto pensando alla libertà e a non tornare mai più in cella. Aspetto il giorno della sentenza per arrivare a quella verità che ho sempre dichiarato e chiesto”, ha aggiunto l’ex pastore.

Le manifestazioni pro Zuncheddu

Sulla vicenda di Zuncheddu si era movimentata l’intera comunità di Burcei, a partire dal sindaco Simone Monni, tramite manifestazioni e presidi in paese e davanti al tribunale di Cagliari. Iniziative supportate da Irene Testa, Garante regionale delle persone private della libertà personale.

Vicino al 58enne anche il Partito Radicale che ha promosso diverse manifestazioni, l’ultima un sit-in davanti al tribunale di Roma in occasione dell’udienza del processo di revisione.

“Sicuramente è una bella notizia per l’intera comunità di Burcei e per i familiari che non si sono mai arresi , convinti della sua innocenza – ha spiegato Irene Testa – ora stiamo andando a prenderlo in carcere e aspettiamo fiduciosi la sentenza che speriamo possa essere di assoluzione. Quello di oggi è un primo passo importante”.

Fonte foto: ANSA

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