Autista Atm rinviato a giudizio: travolse e uccise donna mentre scriveva in chat hot, accusato di omicidio
L'autista del bus è accusato di omicidio stradale: era al telefono a chattare per organizzare un incontro a luci rosse
È stato rinviato a giudizio, con l’accusa di omicidio stradale, l’autista di Atm che nel dicembre 2020 aveva investito e ucciso una donna a Cinisello Balsamo sulla linea 727. La donna, Cristina Conforti, era stata travolta dal mezzo in via Gorki, la strada che costeggia il Parco Nord e porta all’ospedale Bassini, ed era morta sul corpo. Nei prossimi giorni ci sarà l’udienza, ma la posizione dell’autista si aggrava sempre più.
Cos’è emerso dalle indagini
L’uomo alla guida del bus Atm 727 che l’11 dicembre 202o investì e uccise la 53enne Cristina Conforti è un italiano che è imputato per omicidio stradale. Dalle prime rilevazioni si era appurato che l’incidente era avvenuto a causa di una distrazione dell’autista che, poco dopo le 15.30 di quel pomeriggio, urtò contro il marciapiede investendo la donna.
Dal processo, però, è emerso che l’uomo era al cellulare a chattare. Secondo quanto ricostruito dalle indagini condotte dal sostituto procuratore Michela Versini l’autista Atm non avrebbe prestato “adeguata attenzione alla guida, essendo impegnato in conversazioni scritte via Facebook”, nello specifico chat erotica per organizzare un successivo incontro a luci rosse.
L’incidente a dicembre 2020
La donna uccisa l’11 dicembre 2020 dal bus 727 a Cinisello Balsamo, come detto, è la 53enne Cristina Conforti. La donna, secondo quanto appurato, è stata investita dal bus della tratta Cormano-Cusano dopo che il mezzo aveva urtato contro il marciapiede e l’aveva colpita con il cristallo del parabrezza.
Dopo l’impatto violento, all’altezza del civico 77 di via Gorki, il corpo della donna è stato proiettato alla base dell’autobus e poi, come ricostruito dalle indagini, è stato “trascinato fino alla fine della corsa” causandone il decesso sul colpo.
La difesa della vittima
La famiglia della vittima, difesa dal legale Fernando Rosa, è ancora sotto choc per la morte della 53enne. L’avvocato, una volta apprese le motivazioni dell’incidente, si è detto ancor più rammaricato: “Non sapevamo neppure con quali parole spiegare ai familiari di Cristina l’utilizzo che questa persona stava facendo del proprio cellulare”.
“È inaudito morire in simili circostanze; inizialmente sembrava solo una banale distrazione, invece è emerso qualcosa che non ci saremmo mai aspettati” ha spiegato l’avvocato Fernando Rosa.