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Attenzione alla mail truffa con false accuse di pedofilia: i consigli per non cadere nella trappola

La Polizia di Stato mette in guardia dalla nuova mail truffa che accusa i malcapitati di pedofilia e pedopornografia: come fare per evitare di cascarci

Pubblicato:

Antonio Cardarelli

GIORNALISTA

Laurea in Scienze della Comunicazione alla Sapienza e master in Giornalismo Digitale alla Pul di Roma, è giornalista professionista dal 2007. Ha lavorato come redattore in diversi quotidiani locali e, successivamente, ha ricoperto lo stesso ruolo per siti di informazione nazionali, per i quali ha anche seguito i canali social.

Una nuova pericolosa truffa online è stata segnalata da diversi utenti nelle ultime settimane. L’obiettivo dei criminali è quello di ottenere dati sensibili dalla vittima, come informazioni personali e codici di accesso ai conti correnti: un classico esempio di phishing. Per cercare di agganciare le vittime, questa volta i cybercriminali hanno messo a punto una mail contenente accuse gravissime per reati legati alla pedopornografia e alla pedofilia.

Cosa rischia chi risponde alla mail truffa

Osservando con cura il documento, e facendo alcuni rapidi controlli, è possibile cogliere le inesattezze. Ma accuse di tali gravità, recapitate così all’improvviso, possono comunque causare uno stato di agitazione e indurre anche le persone più prudenti a inviare dati sensibili. Per questo è bene seguire i consigli della Polizia Postale e fare attenzione a questo tipo di mail.

Come funziona la nuova truffa via mail

La truffa è basata su una mail, inviata da un non meglio precisato Dipartimento di investigazione criminale. La mail cita un fascicolo con tanto di numero di protocollo e viene inviata da un dominio che richiama l’indirizzo della Polizia di Stato.

L’intestazione del documento allegato riporta, inoltre, i loghi del Ministero della Difesa, dell’Europol e dell’Interpol. Nel testo vengono citati Vittorio Rizzi (che è il vero direttore della Criminalpol) e Catherine De Bolle (vero direttore dell’Europol).

Cosa c’è scritto nella mail truffa

Ma qual è il contenuto della mail? Nel testo vengono citati gli articoli 20-21 e da 75 a 78 del codice di procedure penale seguiti da questa dicitura: “Vi inviamo questo mandato poco dopo un sequestro di computer sotto copertura per informarvi che siete oggetto di diversi procedimenti legali in corso”.

Successivamente la mail elenca una serie di reati gravissimi per i quali la vittima della truffa sarebbe indagata: pornografia infantile, pedofilia, esibizionismo, cyberpornografia, offesa alla decenza. Con tanto di anni di reclusione (da 5 a 35 anni) e ammontare delle multe (da 78mila a 535mila euro). A questo punto la mail invita il malcapitato a inviare giustificazioni via mail entro 72 ore.

Come si fa a capire che siamo di fronte a una truffa

La mail contiene diversi errori grossolani, ma come detto, vista la gravità delle accuse, qualcuno potrebbe essere tentato di rispondere, fornendo così dati personali ai cybercriminali.

Tra gli errori più evidenti c’è, innanzitutto, il fatto che una contestazione penale non può essere fatta tramite mail ordinaria e che il Dipartimento di investigazione criminale non esiste. Inoltre, gli articoli citati fanno riferimento a cose completamente diverse dalle accuse. Infine, guardando la forma (e i colori) della mail ci si può rendere conto della falsità del testo.

Senza dimenticare che l’intestazione del Ministero della Difesa non ha niente a che fare con la Polizia di Stato, che dipende invece dal Ministero dell’Interno. In ogni caso, di fronte a questo tipo di mail, l’indicazione della Polizia è quella di non rispondere e cestinare direttamente il messaggio.

Fonte foto: ANSA

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