Antonio Catricalà, le ragioni del suicidio secondo la moglie
Diana Agosti, moglie di Catricalà, ha riferito agli investigatori che il marito da qualche settimana era molto preoccupato per un problema cardiaco
Sulla morte di Antonio Catricalà la Procura ha aperto un fascicolo contro ignoti per istigazione al suicidio, un “atto dovuto” come riporta il Corriere della Sera, in attesa dell’autopsia. Una vita passata al servizio delle istituzioni, l’avvocato e magistrato 69enne è stato trovato senza vita dalla moglie sul terrazzo della casa a Roma, nel quartiere Parioli.
Diana Agosti ha riferito alla polizia di aver sentito un colpo e di aver trovato il corpo del marito, vano l’intervento del 118. La donna ha raccontato agli investigatori che Catricalà da qualche settimana era preoccupato per via di un problema cardiaco per il quale era sotto osservazione medica e che gli avrebbe provocato uno stato d’ansia tale da portarlo al suicidio.
Al sopralluogo nell’appartamento, nel quale sono intervenuti anche i Vigili del Fuoco, durante i rilievi della Scientifica gli agenti della Squadra mobile guidati da Luigi Silipo hanno recuperato la pistola che sarebbe stata utilizzata per il tragico gesto, un revolver Smith&Wesson calibro 38, regolarmente detenuto. Gli agenti hanno raccolto anche una serie di documenti per ricostruire le ragioni che avrebbero portato Catricalà a togliersi la vita, senza lasciare alcun biglietto o messaggio.
Nato a Catanzaro il 7 febbraio del 1952, Antonio Catricalà, laureato con lode in giurisprudenza presso l’Università di Roma “La Sapienza”, è stato avvocato cassazionista, magistrato del Consiglio di Stato della Repubblica italiana, oltre che sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio con il governo guidato da Mario Monti, dal 2011 al 2013. Nel settembre del 2014 è stato candidato dal centrodestra a giudice della Corte Costituzionale. Per sei anni è stato presidente dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, dal 2005 al 2011.