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CRONACA ESTERA

Almeno 100 bambini nella stiva del peschereccio naufragato in Grecia: il racconto agghiacciante dei testimoni

Strage di migranti in Grecia, secondo il raccolto dei sopravvissuti nella stiva del peschereccio naufragato c'erano almeno 100 bambini

Pubblicato:

Marco Vitaloni

GIORNALISTA

Giornalista pubblicista esperto di politica e con una passione per tecnologia e innovazione, scrive quotidianamente di cronaca e attualità. Marchigiano, studi in Comunicazione, collabora con diverse realtà editoriali locali e nazionali.

Ennesima tragedia nel Mediterraneo. Un peschereccio con a bordo centinaia di persone diretto in Italia si è capovolto al largo delle coste della Grecia. Dal racconto di alcuni dei 104 sopravvissuti emerge la portata del dramma, uno dei più gravi naufragi di migranti della storia: nell’imbarcazione c’erano tra le 500 e le 700 persone, almeno un centinaio di bambini nella stiva.

Strage di migranti in Grecia

Il naufragio si è verificato nella notte tra martedì 13 e mercoledì 14 giugno nel Mar Egeo, a circa 70 chilometri a sud ovest di Pylos, nel Peloponneso.

Secondo quanto ricostruito, l’imbarcazione, un vecchio peschereccio carico di centinaia di persone, era partito da Tobruk, nella Libia orientale controllata dalle forze del generale Kalifa Haftar, ed era diretto in Italia, probabilmente verso la Calabria.

Dopo una giornata di ricerche e soccorsi sono stati recuperati 79 corpi e tratti in salvo 104 persone, tutti giovani uomini di varie nazionalità, soprattutto siriani, egiziani e pachistani.

Il racconto dei testimoni

Si teme una vera e propria ecatombe. È dal racconto dei sopravvissuti che col passare delle ore è emersa la drammatica entità della tragedia.

Il governatore della regione del Peloponneso, Panagiotis Nikas, ha dichiarato che secondo quanto ricostruito sulla base dei racconti delle persone tratte in salvo, a bordo del peschereccio affondato c’erano circa 750 migrantiDonne e bambini nella stiva.

 I sopravvissuti soccorsi e portati a terra in Grecia

La tv greca Ert ha raccolto la testimonianza di un medico, il direttore della clinica cardiologica dell’ospedale di Kalamata dove sono ricoverati alcuni superstiti. Il paziente gli ha parlato di un gran numero di bambini nella stiva, almeno 100.

Il peggior naufragio dal 2015

Ci sarebbero quindi più di 500 dispersi: la maggior parte di loro non sarà recuperata, inghiottiti dal mare nel cosiddetto Abisso di Calipso, area dove il Mar Mediterraneo è più profondo.

Si tratterebbe quindi del peggior naufragio di migranti nel Mediterraneo dal 2015, quando un altro peschereccio affondò al largo della Libia con circa mille persone a bordo, solo 28 si salvarono.

Le polemiche sui soccorsi

Come per il naufragio di Cutro, non mancano le polemiche per presunti ritardi nei soccorsi. Il peschereccio era stato segnalato da un aereo dell’agenzia europea Frontex martedì sera, nel pomeriggio la prima segnalazione di Alarm Phone.

Secondo la ricostruzione della Guardia costiera greca, il barcone sovraccarico viene avvicinato da due mercantili presenti in zona, che forniscono cibo e acqua ai migranti in difficoltà.

In serata un mezzo della guardia costiera lo raggiunge, confermando la presenza di tanti migranti sul ponte e il loro rifiuto a ogni offerta di aiuto. Ore dopo il naufragio, il barcone si capovolge e partono le operazioni di ricerca e soccorso.

Le accuse di Alarm Phone

Alarm Phone, un ombrello di ong che si occupa di ricevere le telefonate di soccorso, contesta però questa versione delle autorità greche, sostenendo che la Guardia costiera era “stata allertata alle 16.53”.

Le autorità greche europee erano quindi “ben consapevoli di questa imbarcazione sovraffollata e inadeguata”, ma “non è stata avviata un’operazione di salvataggio”, spiega in comunicato.

E ancora: “La Guardia Costiera ellenica ha iniziato a giustificare il mancato soccorso sostenendo che le persone in difficoltà non volevano essere soccorse in Grecia”.

Fonte foto: ANSA

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