Allarme prezzi grano, rischio caro-pasta in Italia per lo stop della Russia all’accordo Onu sull’export
Rischio aumenti per pasta e pane. Il mancato rinnovo della Russia sul grano pesa sul portafoglio degli italiani fino a 132 euro in più all’anno
Torna l’incubo caro-pasta dopo il mancano accordo sull’esportazione del grano da parte della Russia. Da giorni si vocifera su un nuovo possibile aumento dei prezzi di pane, pasta e altri alimenti a base grano. Non solo il riscaldamento globale, anche la guerra infierisce sul carrello della spesa degli italiani. Secondo Assoutenti il rischio di rincari, almeno fino al +10%, è concreto.
Rischio caro-pasta
Assoutenti mette in guardia i consumatori: lo stop all’accordo sul grano rischia di aumentare il costo del carrello della spesa. Torna, dopo un periodo di lieve inflessione, l’incubo del prezzo per il grano: pasta, pane e altri alimenti.
Secondo le prime stime il prezzo della pasta, oggi attorno ai 2,09 euro al kg, potrebbe salire fino a 2,29 euro al kg. Anche il pane rischia di aumentare, passando da 3,9 euro al kg a una media di 4,3 euro al kg.
Aumento spesa media per famiglia
Lo stop della Russia all’accordo Onu mette a rischio le tasche degli italiani e non solo. Per una famiglia media di 4 persone, che al momento spende circa 1.320 euro all’anno solo per beni a base grano (pasta, riso, gallette, crackers e derivati vari) il rincaro sarà piuttosto elevato.
Si stima un aumento dei prezzi al dettaglio del +10% per tutti i prodotti a base grano, per una spesa media al supermercato di circa +132 euro l’anno per famiglia.
Accordo sul grano e riscaldamento globale
Le cause del rialzo dei prezzi del grano sono sostanzialmente due: il mancato rinnovo da parte russa sul grano e il riscaldamento globale che mette a rischio il raccolto.
In particolare a rompere il delicato equilibrio è l’accordo sul grano, scaduto e non rinnovato da parte della Russia. Vladimir Putin ha dichiarato che non ha intenzione di prorogare l’accordo fino a quando non saranno soddisfatte tutte le condizioni previste all’inizio. A rischio il settore alimentare dei Paesi cosiddetti “in via di sviluppo” e a basso reddito come Egitto, Tunisia e Yemen. Le conseguenze del mancato accorso si faranno sentire anche in Italia, che è legata all’esportazione del grano ucraino per coprire l’alta domanda di prodotti come pasta e pane.