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La Russia non rinnova l'accordo sul grano ucraino: le conseguenze sui prezzi e sulla spesa degli italiani

Mosca blocca l'accordo sul grano: si teme adesso la corsa dei prezzi di pane e pasta. Ma si temono anche carestie e rivolte in Africa e Asia

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Mosca non rinnova l’accordo sul grano e la decisione, fanno sapere dal Cremlino è irrevocabile. Mentre gli eserciti si confrontano sul campo di battaglia, Vladimir Putin scatena la crisi alimentare. Crisi che nei Paesi occidentali avrà inevitabili ripercussioni sul carrello della spesa. Nei Paesi in via di sviluppo le conseguenze rischiano di essere ben più drammatiche.

Cos’è l’accordo sul grano

All’indomani dello scoppio della guerra l’esercito russo confiscò parte del raccolto ucraino e bloccò le navi già cariche.

Dopo il pressing della comunità internazionale il Cremlino accetto di sbloccare, parzialmente, la situazione.

Il presidente russo Vladimir PutinFonte foto: ANSA
Con la generica locuzione di “accordo sul grano”, o “Black Sea Grain Initiative”, si indicano in realtà tutti i prodotti agricoli esportati dall’Ucraina, principalmente grano, granturco e derivati del girasole.

Si tratta di un accordo miliardario fra i due granai del mondo: Russia e Ucraina insieme valgono un terzo del grano mondiale.

L’accordo sul grano fra Russia e Ucraina sul transito dei cereali sul mar Nero, area rivendicata da entrambe le fazioni, è stato siglato il 22 luglio 2022 sotto l’ombrello di Nazioni Unite e Turchia.

Il rinnovo era previsto il 17 luglio 2023, ma la Russia si è tirata indietro fra le proteste della comunità internazionale. Adesso a una minore offerta di materia prima seguirà l’inevitabile impennata dei prezzi.

La criticità della situazione è sintetizzata dalle parole di Antonio Guterres, segretario generale dell’Onu, secondo il quale “milioni di persone pagheranno il prezzo per l’uscita della Russia dall’accordo sul grano”.

Il prezzo del pane al kg in Italia

Le associazioni dei consumatori hanno già registrato, nel corso del 2023, l’impennata dei prezzi di pane e pasta.

Un’elaborazione di Assoutenti su dati Mimit ha già evidenziato come in alcune città italiane il prezzo del pane al chilo abbia subito drastiche impennate: Bolzano 6,21 euro, Venezia 5,91 euro, Ferrara 5,89 euro, Treviso 5,08 euro, Bologna 4,96 euro e così via.

Il rischio è che il mancato accordo sul grano possa imprimere una ulteriore impennata ai prezzi.

La situazione è complicata da altri due fattori: il primo riguarda la corsa dell’inflazione;

la seconda criticità riguarda il fatto che, come evidenzia Coldiretti, le alluvioni avrebbero distrutto almeno il 10% della produzione nazionale di grano.

Le esportazioni dall’Ucraina nel mondo

I dati del Consiglio dell’Unione europea evidenziano come solo il 36% del grano ucraino esportato sia destinato al consumo dei Paesi occidentali: due terzi del prodotto sono destinati al consumo dei Paesi in via di sviluppo.

Per quanto riguarda il granturco la percentuale si assesta, rispettivamente, sul 49% e sul 51%.

Secondo gli osservatori la mossa di Putin è volta a creare carestie e rivolte nei paesi poveri, affinché l’instabilità e la fame spingano masse di migranti a bussare alle porte dell’Europa, destabilizzando i governi e il tessuto sociale.

Putin blocca l'accordo sul grano Fonte foto: ANSA
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