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Alex Marangon morto dopo aver preso l'ayahuasca, un testimone telefona al padre: "Ho avuto paura"

Un testimone a Chi l'ha visto? ha raccontato che Alex Marangon avrebbe partecipato a un rituale con l'ayahuasca

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Marco Vitaloni

GIORNALISTA

Giornalista pubblicista esperto di politica e con una passione per tecnologia e innovazione, scrive quotidianamente di cronaca e attualità. Marchigiano, studi in Comunicazione, collabora con diverse realtà editoriali locali e nazionali.

Sono ancora avvolte dal mistero le circostanze che hanno portato alla morte di Alex Marangon, il 25enne di Marcon (Venezia) scomparso nel Trevigiano e trovato morto il 2 luglio in un isolotto nel fiume Piave. Secondo quanto emerso, prima di svanire nel nulla il giovane avrebbe preso l’ayahuasca, una sostanza allucinogena. Come ha riferito un testimone in una telefonata al padre di Marangon, mandata in onda a Chi l’ha visto?.

Alex Marangon morto dopo aver preso l’ayahuasca

Alex Marangon è scomparso nella notte tra sabato 29 e domenica 30 giugno, mente stava partecipando a un raduno spiritual-musicale di due giorni presso l’abbazia Santa Bona di Vidor, in provincia di Treviso.

Secondo quanto emerso, si trattava di un incontro all’insegna di culti sciamanici che prevede un rituale con l’ayahuasca, un infuso a base di piante originarie del Sud America, altamente allucinogeno e illegale in Italia.

Forse in preda agli effetti psicotropi della sostanza, sabato notte Marangon si sarebbe allontanato dall’abbazia senza che gli altri riuscissero a fermarlo e si sarebbe inoltrato nel bosco nei pressi del fiume, dove è stato poi trovato morto due giorni dopo, alcuni chilometri più a valle.

Testimone telefona al padre di Marangon

A confermare l’uso dell’ayahuasca la testimonianza di un ragazzo che avrebbe dovuto partecipare al raduno a cui era presente Alex Marangon.

Nella puntata del 3 luglio di Chi l’ha visto? su Rai 3 è stata mandata in onda una telefonata intercorsa tra il ragazzo e il padre del barman 25enne.

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Il giovane ha raccontato che anche lui avrebbe dovuto partecipare all’incontro all’abbazia di Santa Bona di Vidor, ma ha poi rinunciato: “Ho avuto paura. Era un rituale con l’ayahuasca”.

Il rituale con l’ayahuasca “è qualcosa di miracoloso, è molto potente. Ma va fatto in un ambiente fortemente sorvegliato“, ha detto il ragazzo. Per questo quando gli hanno detto che non si sarebbe fatto all’aria aperta ha avuto paura e si è tirato indietro.

Cos’è l’ayahuasca

L’ayahuasca è un infuso (una specie di tè) che si ottiene dalla miscela di estratti di due piante che contengono sostanze psicotropeBanisteriopsis caapi e Psychotria viridis. 

Viene consumato nell’ambito di rituali sciamanici originari del Sud America, in particolare dei popoli dell’Amazzonia. Nella tradizione è lo sciamano che prepara gli infusi e guida chi partecipa al rito, vegliando sulla loro incolumità.

L’ayahuasca è illegale in Italia, inserito nell’elenco delle sostanze stupefacenti e psicotrope. Il suo consumo altera lo stato di coscienza e può provocare allucinazioni, euforia, paura, ansia e paranoia, anche per diverse ore, a seconda delle dosi e del metabolismo di chi l’assume.

Fonte foto: ANSA/Facebook Alex Marangon

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