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Alex Marangon, lo sfogo del padre: "Omertà sulla morte di mio figlio", cosa ha scritto sui social

Il padre di Alex Marangon si sfoga sui social dopo la morte di suo figlio: "Chi sa qualcosa parli, basta omert

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Luca Mastinu

GIORNALISTA

Giornalista pubblicista, scrive di cronaca nera e attualità. Muove i primi passi nel fact checking per poi appassionarsi al mondo dell'informazione. Collabora con altre testate e siti web, esperto di musica.

Mentre si attendono gli sviluppi delle indagini sulla morte di Alex Marangon, arriva il tempo della rabbia. È quella del padre Luca, che al suo profilo social ha affidato uno sfogo per lamentare una certa omertà da parte dei responsabili e degli altri partecipanti.  Gli inquirenti, infatti, sono ancora in attesa di ascoltare i curanderos colombiani che avrebbero visto vivo il 25enne per l’ultima volta, prima che il suo cadavere venisse trovato su un isolotto del Piave il 2 luglio. Nel frattempo si consumano le ipotesi, e per questo motivo Luca Marangon non nasconde una certa frustrazione. Nel suo lungo sfogo pubblicato sul profilo Facebook, il padre del barman fa uso della parola omertà.

Lo sfogo del padre di Alex Marangon

Il titolo della nota pubblicata da Luca Marangon, il padre del 25enne morto dopo aver lasciato l’abbazia Santa Bona di Vidor nella quale stava partecipando a un rito sciamanico, è “omertà”.

Dopo aver riportato la definizione del termine, Luca Marangon si scaglia contro i presenti e li accusa per la lunga attesa tra la scomparsa di Alex la chiamata alle forze dell’ordine, ma non solo.

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“Ma come fate a guardarvi allo specchio? Ma come fate a dormire sonni tranquilli?”, si domanda Luca Marangon prima di lanciare una stoccata contro tutti coloro che hanno partecipato al rito sciamanico, specialmente gli organizzatori dell’evento.

A loro, infatti, riserva parole più dure: “Perché se siete tutti innocenti avete atteso 4 ore a chiamare le autorità?”. Ancora, Luca Marangon si domanda come mai sia sparita ogni traccia dell’evento dai canali ufficiali. Allo stesso modo, il padre di Alex fa notare la scomparsa del gruppo Telegram ufficiale “Ritiri io sole” “subito dopo il 30 giugno, quando era scomparso”.

“Chi sa qualcosa parli”, chiede il padre di Alex Marangon.

L’ayahuasca

Insieme alle circostanze che hanno portato alla morte di Alex Marangon, un altro nodo da sciogliere da parte degli inquirenti è quello relativo alle sostanze che i partecipanti – compreso il 25enne – potrebbero aver assunto durante l’evento. Una di queste è l’ayahuasca, il potente allucinogeno.

I genitori, tramite i loro legali, hanno richiesto che sui partecipanti venga fatta l’analisi del capello, l’unica in grado di individuare tracce di stupefacenti anche giorni dopo l’assunzione. Per gli esiti dell’esame tossicologico effettuato sul corpo del barman di Marcon si dovrà ancora attendere.

La purga

A tal proposito, il padre di Alex Marangon scrive: “Perché pagare 200€ al giorno solo per una semplice purga?”. A parlare del purgante è stato Òscar Palet Santandreu, avvocato di Jhonni Benavides e Sebastian Castillos, rispettivamente guaritore e musicista colombiani, entrambi presenti nell’abbazia quando si sono svolti i fatti.

In un’intervista rilasciata al Corriere della sera il 13 luglio, Santandreu ha negato la presenza dell’ayahuasca ma ha confermato quella del purgante. Secondo Santandreu e i suoi assistiti, il purgante sarebbe composto da “erbe non psichedeliche che inducono il vomito, per la purificazione di ciò che si ha dentro”. Nello specifico:

Il purgante non è psichedelico ma può far espellere rabbia o altri sentimenti forti, la persona non dimostra, per esempio, ira ma se ne libera. La scienza studia queste medicine per il valore terapeutico, ma ripeto, non sono per tutti.

Fonte foto: Facebook - Alex Marangon / ANSA

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