Alessandria, svolta nel caso di Norma Megardi: fermato un sospettato, ha confessato
Svolta nel caso di Norma Megardi, la ex docente scomparsa lo scorso 20 giugno in Provincia di Alessandria: un uomo ha confessato il presunto omicidio
La tragica svolta nel caso di Norma Megardi, la professoressa 75enne di Sale, scomparsa nei giorni scorsi nell’alessandrino e la cui auto auto era stata trovata bruciata nelle campagne con all’interno un cadavere carbonizzato, è arrivata nella notte tra il 24 e il 25 giugno. Un uomo avrebbe confessato l’omicidio della donna, dopo essere stato iscritto nel registro degli indagati.
La svolta nelle indagini
L’uomo, come riporta la nota del comando provinciale dei carabinieri di Alessandria, nel corso dell’interrogatorio ha rilasciato “dichiarazioni confessorie e agevolato il sequestro di ulteriori reperti”.
I reati contestati sono omicidio volontario, incendio e distruzione di cadavere. Già oggi, sabato 25 giugno, è prevista l’udienza di convalida del fermo disposto dalla Procura di Alessandria.
La donna era scomparsa da giorni
La docente risultava scomparsa da alcuni giorni. La sua auto, completamente bruciata, era stata trovata con all’interno un cadavere carbonizzato.
L’uomo, che ha confessato l’omicidio di Norma Megardi, è stato individuato dalle investigazioni dei Carabinieri del Nucleo Investigativo di Alessandria. Alla presenza di due avvocati e il magistrato di turno, è stato portato nella caserma dei carabinieri, dove ha rilasciato la confessione.
Norma Megardi, docente di inglese in pensione, aveva 75 anni, abitava a Sale, era sposata e aveva un figlio musicista e insegnante. La Megardi era uscita lunedì 20, durante il pomeriggio, e da quel momento non ha più fatto ritorno a casa.
Fermato un uomo della zona
L’uomo fermato dai carabinieri sarebbe un residente nell’alessandrino. È stato condotto in carcere, nella casa circondariale Cantiello e Gaeta verso le 2.30 di sabato 25 giugno.
Come riporta il Corriere di Torino, secondo una prima ricostruzione la donna sarebbe stata uccisa nel tardo pomeriggio di lunedì 20 giugno e poi portata nelle campagne di Isola Sant’Antonio, in una zona impervia e particolarmente difficile da raggiungere, a pochi passi dal fiume Po e da cascina San Pio. A quel punto, la Opel sarebbe stata data alle fiamme con il corpo all’interno del veicolo, adagiato sul sedile posteriore della vettura.