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Alberto Gerli si dimette dal Cts dopo gli attacchi sui social

Alberto Giovanni Gerli, ingegnere, si è dimessi dal Cts dopo i numerosi attacchi ricevuti sui social

Di: VirgilioNotizie | Pubblicato:

Alberto Giovanni Gerli non farà più parte del Comitato tecnico-scientifico. La sua decisione è arrivata dopo nemmeno 48 ore dalla nomina, a seguito di numerosi attacchi ricevuti sui social network legati a previsioni errate sull’andamento della pandemia.

Gerli ha scritto su Facebook: “Questa pandemia è stata la più grande tragedia che ha colpito l’Italia e chi sarà chiamato a gestirla lo dovrà fare con la massima serietà e concentrazione, lontano dalle polemiche per il bene delle nostre vite. Sono state ore molto intense, mi è dispiaciuto leggere e sentire tanti attacchi a me e alla mia credibilità“.

“Ho una certezza – scrive Gerli – velocemente come è cresciuta, anche la curva di queste polemiche si appiattirà lasciando solo il ricordo della più grande emozione della mia vita: la sensazione di poter essere con i miei studi al servizio, in prima linea, per il mio Paese. Grazie a chi ha creduto in me e a chi continuerà a farlo. Ritorno a mio figlio, al mio lavoro, alle mie passioni e ai miei amati numeri”.

Chi è Alberto Gerli, dimesso dal Cts dopo 48 ore

Sulla Gazzetta Ufficiale, Alberto Giovanni Gerli era presentato come “ingegnere” ed “esperto informatico analisi previsionali”.

Dal suo profilo LinkedIn sappiamo che si è laureato all’università di Padova e si è specializzato in Space engineering alla Texas “A&M”.

Ha 40 anni, è padovano. È già data scientist certificato dal ministero dello Sviluppo economico e startupper: è fondatore e ceo di Tourbillon Tech.

Gli attacchi social a Alberto Gerli

Le critiche per la sua nomina non sono mancate. Il primo a muoverle è stato l’analista dell’Ispi, Matteo Villa, che segue l’andamento della pandemia.

Villa, su Twitter, scrive che “nel nuovo Cts uno dei membri sarà Alberto Gerli. Quello per cui dopo 17 giorni di misure la pandemia farà il suo corso, non servono misure più forti e in 40 giorni le infezioni ‘si sgonfiano da sole’. Mettetevi comodi, è una storia bellissima”.

Quindi inizia a elencare gli elementi che, secondo lui, non lo rendono idoneo a ricoprire un ruolo così delicato:

  • il 2 aprile 2020 Gerli, imprenditore e startupper, scrive un post su Twitter taggando l’allora Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, e il presidente del Veneto, Luca Zaia: “Qui c’è il mio modello, vi tornano i numeri?”. Pochi minuti dopo scrive lo stesso tweet menzionando Fedez e Chiara Ferragni, affinché il suo modello venga diffuso. Il giorno rivolge l’appello alla giornalista Elena Comelli;
  • il modello che Gerli sponsorizza è un modello predittivo, che Villa definisce “insieme banale e campato in aria, però sostiene che un lockdown duro in quel momento non serva. E i giornali, in fase riapertura, ne hanno bisogno come dell’ossigeno. E così, il 19 aprile, il Corriere lo pubblica”;
  • per Matteo Villa lo studio è “banale” in quanto quando “si è in lockdown costante è facile prevedere che le infezioni piegheranno e si arresteranno dopo un certo numero di giorni. Lo dice qualsiasi modello epidemiologico, non ne serve nessuno di speciale”;
  • ed è “campato in aria” perché mette insieme “una serie di curve, spezzettate, per approssimare i dati e prevedere il futuro. Si chiama ‘overfitting’: produce risultati ottimi su dati su cui è stato calibrato, ma si perde in un bicchiere d’acqua quando gliene dai di nuovi”.

E Villa dimostra la sua tesi con un nuovo tweet: “Sarà forse anche per questo che le predizioni che ne escono sono praticamente sempre sbagliate. Il 4 aprile Gerli scrive a Cuomo, Governatore dello Stato di New York in piena pandemia. Prevede 130 mila contagi al 30 giugno. La realtà sarà diversa: 420 mila infezioni”.

Villa riprende poi il discorso, ricordando come il modello (raggiungibile a questo sito: https://www.predictcovid19.com/) sosteneva che bastassero “17 giorni di dati per prevedere dove finirà la pandemia, a prescindere dalla forza delle misure di contenimento dopo”.

E Gerli lo ha sottolineato ancora al Giornale pochi giorni fa, il 14 marzo 2021: “Ormai – dichiara – sappiamo che le curve dell’epidemia durano 40 giorni, e che se si vuole contenere la crescita bisogna farlo nei primi 17 giorni. Altrimenti, le curve seguiranno il loro corso naturale”.

“E poco importa che, ancora oggi, Gerli non ne stia azzeccando una – rivendica Villa, citando poi le predizioni di fine gennaio, subito prima della terza ondata – : ‘In Lombardia a marzo un quarto dei contagi’. Al 16 marzo, dunque, intorno a 300. Dati a ieri? 5.849 nuovi casi”.

Villa non si ferma: “Ancora Gerli, 30 gennaio 2021: ‘A fine febbraio il Veneto zona bianca’. 8 marzo: Veneto in zona arancione. 15 marzo: Veneto in zona rossa”.

Il tweet di Villa, finale: “Conclusione triste. È il 14 marzo, piena pandemia in Italia. Gerli contatta Zaia (su Twitter, ndr) per un’informazione di massima importanza. ‘Ho ricevuto da un’azienda cinese disponibilità per quantità importanti di mascherine. Vuole che le giri l’email?’. Chi non ne avrebbe bisogno”.

Alberto Gerli e il video per “avere successo in amore”

Secondo Gerli, in un video caricato su YouTube il 18 novembre 2020 sul canale ‘Data & Tonic’, sono “equazioni e numeri che vi, anzi ci, aiuteranno a come fare andare le relazioni. La soluzione è matematica”.

Il video si intitola ‘I numeri per avere successo in amore’ ed è visibile qui.

Fonte foto: Facebook Arianna Led

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