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Addio alla ricetta bianca del medico: cosa cambia e quando, per quali farmaci e perché è una mossa “rischiosa"

La cosiddetta ricetta bianca, a breve, sparirà per lasciare il posto a un documento dematerializzato: ecco quando verrà introdotta la novità e per quali farmaci

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Alessia Seminara

GIORNALISTA

Giornalista pubblicista, SEO copywriter e web editor, classe 1991. Ha lavorato come redattrice per diverse testate giornalistiche. Oltre a quella per la scrittura, coltiva una grande passione per i viaggi. Vive in Sicilia da sempre ma, ogni volta che ne ha la possibilità, ama esplorare nuove realtà e culture.

A breve, la classica ricetta bianca, ossia il foglio all’interno del quale il medico trascrive i farmaci prescritti e al quale si appongono data, firma e timbro, sparirà. Lo ha previsto la Manovra 2025, all’interno della quale è stato inserito un articolo (il n. 57), che prevede la dematerializzazione del documento.

Ricetta bianca verso l’addio: ecco da quando e cosa cambia

L’addio alla classica ricetta bianca cartacea è previsto per il prossimo anno: dal 2025, la ricetta sarà prescritta in forma dematerializzata.

Ai pazienti non verrà più fornita la copia cartacea scritta dal medico: verrà loro fornito un codice, che dovrà essere consegnato al farmacista.

La ricetta bianca diventerà dematerializzata nel 2025

Una volta presentato il codice, la farmacia saprà esattamente quali sono le medicine da consegnare al paziente.

Questa novità permetterà ai medici di prescrivere anche i farmaci a pagamento tramite email o altro canale elettronico, come ad esempio WhatsApp. I pazienti non saranno dunque più costretti a recarsi dal medico curante per ritirare la ricetta bianca, ma potranno riceverla elettronicamente.

I farmaci interessati

Non tutti i medicinali, ovviamente, saranno interessati dalla novità relativa alla soppressione della ricetta bianca.

Tale ricetta, com’è noto, viene utilizzata solo per i farmaci di fascia C. Dunque, saranno questi farmaci ad essere interessati dalla novità.

In questa fascia rientrano il paracetamolo e il diclofenac, antibiotici e cortisonici, ma anche la pillola anticoncezionale e le benzodiazepine.

Non si tratta, tra l’altro, di una introduzione realmente nuova. La cosiddetta ricetta rossa, quella prevista per i farmaci di fascia A (ossia quelli a carico del Servizio Sanitario Nazionale) è già dematerializzata da tempo.

I rischi della novità

La novità permette di eliminare eventuali errori legati a una cattiva interpretazione della ricetta bianca cartacea scritta a mano dal dottore. Spesso, infatti, i farmacisti sono stati costretti a interpretare la grafia del medico, con non pochi problemi di interpretazione.

Tuttavia, l’addio alla ricetta bianca porta con sé anche tutta una serie di rischi.

Il sistema della ricetta elettronica, come abbiamo anticipato, è già in vigore per quella rossa. Tuttavia, molto spesso è soggetto a rallentamenti e a blocchi.

Come ha avuto modo di notare anche Silvestro Scotti, segretario della Fimmg, “il rischio è che la misura non tenga conto dell’attuale capacità del sistema informatico di sostenere un carico esclusivamente digitale“.

Non è quindi ancora chiaro se il sistema informatico sia attualmente in grado di sostenere la digitalizzazione delle ricette bianche.

Fonte foto: iStock

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