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A Figline Valdarno corso di nuoto per donne musulmane nella piscina comunale: Lega-FdI contro sindaco Pd

A Figline Valdarno la piscina comunale è sede di un corso di nuoto creato per sole donne musulmane: l'iniziativa ha portato alla dura reazione della Lega

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Simone Gervasio

GIORNALISTA

Giornalista professionista, napoletano trapiantato a Milano, si occupa di cronaca, attualità, cultura pop e sport. Dopo una laurea in Comunicazione e un master in Giornalismo, ha lavorato per diversi siti e redazioni. Oltre al web, ha avuto esperienze anche in tv e in radio

La scelta di Figline e Incisa Valdarno di ospitare nella piscina comunale le donne musulmane per un corso settimanale di nuoto a messo sul piede di guerra Lega e Fratelli d’Italia che hanno bollato come razzista questa iniziativa. Nella cittadina in provincia di Firenze è stato creato questo appuntamento speciale per far sì che anche le donne che professano tale religione possano praticare questo sport, una volta a settimana, per un’ora, seguite da istruttrici di genere femminile. Le reazioni della destra sono state veementi, il sindaco ha smentito che il corso sia per le sole donne musulmane.

Caso politico a Figline Valdarno: insorge la destra

La piscina comunale di Figline e Incisa Valdarno, gestita dalla Uisp Firenze, sarà dunque teatro di un corso per le donne musulmane. Dalle ore 8.30 alle 9.30 del martedì solo loro potranno entrare nell’impianto.

Una scelta questa che è diventata ben presto un caso politico.


L’iniziativa è stata promossa dalla Uisp Toscana

Piscina per sole donne musulmane: la spiegazione della scelta

La Uisp (Unione Italiana Sport Per tutti) è un’associazione che promuove per l’appunto le pratiche sportive nel nostro Paese ed è riconosciuta dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali e dal Coni. Dell’iniziativa ha parlato il suo presidente, Marco Ceccantini.

Questi ha spiegato che non è altro che una risposta a una richiesta arrivata proprio da alcune cittadine di religione islamica della zona, il cui credo non consente di nuotare senza burkini. Secondo Ceccantini – che ha parlato a La Nazione – non era giusto che non potessero usufruire di lezioni di nuoto per il loro credo e le loro usanze. “Abbiamo organizzato un corso che rispettasse il loro diritto allo sport. I nostri valori parlano di inclusione, integrazione e di parità di opportunità nel nome e attraverso lo sport. Per di più è previsto in un orario mattutino nel quale la piscina è inutilizzata. Per quanto riguarda le istruttrici, non ci hanno chiesto obblighi di vestiario“, ha concluso.

Al corso si sono iscritte, per ora, sette donne che saranno seguite da due allenatrici.

La precisazione del sindaco

Il sindaco di Figline e Incisa Valdarno, Valerio Pianigiani, ha sottolineato come tale iniziativa non limiti i diritti di nessuno, anzi li renda più ampi: “Si mira a coinvolgere anche chi resterebbe ai margini, qui l’integrazione non è una parola vuota”, ha detto.

Ecco la sua precisazione, riprea dall’Ansa:

“È riservato a tutte le donne senza alcuna distinzione. Uisp ha semplicemente accolto la richiesta arrivata da alcune cittadine di religione musulmana per attivare, una volta a settimana, la possibilità di accedere alla piscina con un corso dedicato alle donne. Chi crede che lo sport debba essere un diritto accessibile a tutti, sa quanto sia importante eliminare ogni barriera alla partecipazione. Anzi permette di rafforzare l’offerta sportiva a disposizione della nostra comunità. Probabilmente qualcuno è infastidito dal fatto che la richiesta sia arrivata dalla comunità musulmana, per questo non accettiamo lezioni da forze politiche i cui esponenti nei mesi scorsi hanno chiesto pubblicamente classi differenziate in base alla disabilità. Chi da anni, come il sottoscritto, si impegna in prima linea per una cittadinanza inclusiva non può che respingere al mittente ogni accusa di marginalizzazione della nostra comunità che, al contrario, ha dato prova di maturità“.

Lega sul piede di guerra: tutte le reazioni

Di tutt’altro parere la destra che attraverso vari pareri ha attaccato l’iniziativa promossa a Figline Valdarno, in Toscana. La ministra del Turismo, Daniela Santanchè, ha parlato di “discriminazione”, attaccando la sinistra che “parla di integrazione e cancella anni di diritti conquistati dalle donne”.

Le fanno eco l’europarlamentare della Lega, Susanna Ceccardi, e la capogruppo in Consiglio regionale della Toscana, Elena Meini. “Questo non è un progetto di integrazione, è un progetto di segregazione che istituzionalizza l’apartheid per le donne musulmane. Una cosa orribile”, dicono in una nota. Parlano inoltre di falsa integrazione e di un progetto che rappresenta una follia totale, ricordando anche come il presidente Ceccantini sia componente dell’assemblea metropolitana del Pd Firenze. “Sono gli stessi immigrati musulmani a volersi isolare dalla società in cui hanno scelto di vivere, perpetuando usi e costumi incompatibili con le conquiste faticosamente raggiunte dalle donne in Occidente”, chiosano.

Il deputato toscano della Lega, Andrea Barabotti, infine, bolla come anticostituzionale e razzista questa proposta e chiede al Pd toscano e al sindaco di fare un passo indietro.

Fonte foto: 123rf

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