11 settembre, il drammatico racconto di una sopravvissuta italiana

Martina Gasperotti è tra i sopravvissuti degli attentati dell’11 settembre 2001. A vent’anni da quel tragico episodio la donna, igienista dentale di Reggio Emilia, è tornata a raccontare i terribili momenti vissuti mentre si trovava a New York per prendere parte a un corso universitario di Inglese. Quando il primo aereo si schiantò contro le Torri Gemelle, Gasperotti si trovava proprio nella Torre Nord, davanti a un ascensore al piano terra.

A Tgcom24, la donna ha raccontato che al primo impatto nessuno, al pian terreno, aveva capito cosa stesse succedendo; soltanto quando ha visto tutti uscire dall’edificio e guardare verso l’alto, si è accorta che stava accadendo qualcosa di grave.

“Mi sono dovuta allontanare un po’ per capire e per assistere allo schianto dell’altro aereo nella Torre Sud. Ma tutti intorno erano certi che le Torri non sarebbero comunque crollate”, ha detto Gasperotti.

A distanza di vent’anni, tra le tante immagini indimenticabili di quel giorno, quella che la donna non riesce a togliersi dalla mente è quella della moltitudine di persone che guardavano verso il cielo, con una miriade di fogli bianchi che volavano in aria. “Di lì a poco mi sarei ritrovata a scappare il più forte e il più lontano possibile, sporca di polvere e di sangue non mio”.

“E mentre oggi si affievolisce il ricordo del tonfo dei corpi che cadevano dalle torri – ha aggiunto la donna – resta vivo in me il boato assordante del secondo aereo, che volava bassissimo tra i grattacieli prima dello schianto nella Torre Sud. Ecco questo tipo di rumore mi spaventa ancora oggi”.

Gasparotti ha poi raccontato a Tgcom24 com’è cambiata la sua vita dopo aver assistito a quel drammatico evento: “Al ritorno mi sono licenziata dal posto fisso e sono diventata una libera professionista. Questo dal punto di vista lavorativo. Per il resto sono diventata fatalista e più che al domani penso a vivere oggi. Ho cambiato il mio modo di vedere le cose: che vadano come devono andare, senza stare a combattere battaglie senza senso”.