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Voci di rottura nel Terzo Polo tra Matteo Renzi e Carlo Calenda: cosa può succedere tra Italia Viva e Azione

Sembra imminente il divorzio tra i leader di Azione e di Italia Viva, con l’addio al progetto del Terzo Polo. Ma per adesso Calenda nega lo strappo

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Ubaldo Argenio

GIORNALISTA

Giornalista pubblicista esperto di cultura, sport e cronaca, scrive anche di attualità, politica e spettacolo. Laureato in Scienze della Comunicazione, inizia a collaborare con testate locali di Benevento per poi passare a testate nazionali, per le quali si è occupato principalmente di approfondimenti sportivi e culturali. Lavora anche come editor.

Cresce la tensione nel Terzo Polo in seguito alla fuga di notizie, secondo le quali Carlo Calenda e Matteo Renzi, rispettivamente leader di Azione e di Italia Viva, sarebbero a un passo dalla rottura. Anche se, per adesso, Calenda smentisce questa ipotesi.

Le voci sulla possibile rottura

Notizie arrivate come un fulmine a ciel sereno dalle agenzie di stampa, che riprendendo fonti autorevoli del partito di Matteo Renzi, annunciano un prossimo divorzio tra il leader di Italia Viva e quello di Azione, Carlo Calenda.

“Calenda e Renzi alla fine non riescono a stare insieme e secondo me si spacca tutto”. Questa una delle frasi incriminate, che hanno dato il via a numerose speculazioni sul futuro del Terzo Polo.

I leader di Italia Viva e Azione, Mateo Renzi (sx) e Carlo Calenda

Una rottura che sembrerebbe insanabile, perché frutto di distanze politiche, ideologiche e personali. Ma a stretto giro, da entrambi i partiti sono giunte dichiarazioni di smentita.

La reazione di Carlo Calenda

“Rottura tra me e Renzi? Ma figurarsi!” è la reazione con la quale il leader di Azione ha voluto allontanare le voci di un divorzio all’interno del Terzo Polo.

Ma nonostante le dichiarazioni, le posizioni sembrano davvero distanti, soprattutto dopo un lungo periodo di alti e bassi che hanno forse incrinato qualcosa prima sul rapporto personale e successivamente su quello politico.

Basti pensare alle dichiarazioni rilasciate in seguito alla notizia di Matteo Renzi nuovo direttore de Il Riformista, con Calenda che ha parlato di “conflitti di interessi”, prima di lasciarsi andare a un dubbio provocatorio: “Matteo deve decidere che vuole fare da grande: il giornalista o il politico”.

Ma dalle fila di Italia Viva più di una voce si è alzata in risposta, lasciando intendere che possa esserci un motivo differente dietro l’apparente rottura tra i due.

Una nuova candidatura

Il progetto del Terzo Polo, che nelle idee dei due leader avrebbe dovuto riunire in un unico partito le forze centriste, ha continuato a dichiararsi vivo nonostante il crollo nelle preferenze e i continui screzi tra Calenda e Renzi.

E anche se l’idea di poter creare davvero un unico partito era da tempo saltata, dato che nessuno dei due leader era intenzionato a lasciar inglobare il proprio partito dall’altro (sia per ragioni politiche che economiche), non sono mai mancate le dichiarazioni a favore di una unione mai davvero chiarita nelle sue modalità.

Ma adesso i nodi sembrano venire al pettine, nonostante le dichiarazioni stemperanti di Calenda. Che vengono anche in parte smentite dai renziani, secondo i quali “la vera ragione per cui Calenda è impazzito è che ha capito che qualcuno di noi vuole candidarsi contro di lui”.

Dichiarazioni già smentite dagli esponenti di Azione, che però con molta probabilità serviranno solo a innescare una nuova diatriba tra i due leader.

La replica di Renzi

La risposta di Matteo Renzi sulle indiscrezioni riguardo alle tensioni interne al Terzo Polo è arrivata dopo la riunione di Italia Viva, al termine della giornata: “È inspiegabile – ha dichiarato secondo quanto riportato da ‘Adnkronos’ – non c’è alcun motivo politico per rompere il progetto del Terzo Polo. Qualcuno dice che la rottura che viene paventata da Azione nasce per esigenze legate ai soldi, al Riformista, allo scioglimento dei partiti di origine. Si tratta di alibi e di finte motivazioni“.

Sul progetto della creazione di un unico soggetto che inglobi il suo partito e quello di Carlo Calenda, il senatore ha garantito che “non c’è nessun cambio di linea da parte nostra, anzi. Abbiamo accettato di tutto, il passo indietro mio, prima il partito unico, la polemica sui simboli. Non so cosa altro poter accettare, persino che il tesseramento valesse anche per il tesseramento unico”.

“È evidente – ha sottolinea ancora Renzi – che se facciamo il partito unico si scioglie Italia viva e si scioglie Azione. Ma lo scioglimento anticipato non si è mai visto nella storia, prima si fa il partito unico”.

“Sul Riformista voglio essere molto chiaro. Nella telefonata che ha preceduto la mia conferenza stampa Carlo era entusiasta e mi ha spiegato che bisognava fare il giornale del Terzo polo. Io gli ho spiegato di no, non aveva senso” ha raccontato l’ex premier riguardo all’ipotesi che la sua assunzione della guida del quotidiano potesse essere un motivo di rottura.

Il leader di Iv ha assicurato che da parte sua non arriverà nessuna polemica nei confronti dell’alleato e ha raccomandato ai suoi parlamentari di fare altrettanto: “Nessuno faccia o alimenti polemiche, se vogliono le facciano loro, noi no”.

“Manteniamo l’obiettivo delle europee del 2024, la battaglia decisiva – ha aggiunto Renzi. Lì o il Terzo polo fa un buon risultato o il percorso fatalmente è destinato a venire meno. Noi siamo al lavoro per delle belle liste e per un buon risultato”.

Fonte foto: ANSA

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