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Vittorio Sgarbi rischia di essere processato per l'acquisto di un quadro: chiuse le indagini a suo carico

Il sottosegretario alla Cultura vittorio Sgarbi rischia di finire a processo. Le indagini sono state chiuse, ora si attende la decisione dei pm

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Mauro Di Gregorio

GIORNALISTA

Laurea in Scienze della Comunicazione all’Università di Palermo. Giornalista professionista dal 2006. Approdato a QuiFinanza e Virgilio Notizie dopo varie esperienze giornalistiche fra Palermo e Milano. Si interessa principalmente di cronaca, politica ed economia.

Vittorio Sgarbi, sottosegretario alla Cultura, rischia il processo. Secondo l’accusa Sbarbi non avrebbe pagato debiti con l’Agenzia delle Entrate per un totale di 715mila euro. E non solo: all’esponente dell’esecutivo si contesta anche l’acquisto di un quadro che la sua compagna avrebbe ottenuto al suo posto.

Chiuse le indagini su Vittorio Sgarbi

Secondo l’ipotesi dei pm, l’acquisto del quadro sarebbe stato fatto a nome della fidanzata così da mettere l’opera al riparo dall’attenzione del Fisco.

La procura di Roma ha chiuso l’indagine, atto che generalmente anticipa la richiesta di rinvio a giudizio.

Ora Sgarbi ha la facoltà di depositare memorie e chiedere di farsi interrogare. Successivamente la procura deciderà se chiedere l’archiviazione o il processo.

Il quadro contestato a Vittorio Sgarbi

L’opera contestata a Sgarbi è “Il giardino delle Fate”, stimata 148mila euro circa. Il quadro fu dipinto nel 1913 da Vittorio Zecchin.

La versione di Sgarbi

Nelle settimane passate, Vittorio Sgarbi è stato più volte invitato a raccontare le sue verità.

Negli studi di Corrado Formigli, Sgarbi ha spiegato che i debiti col Fisco deriverebbero dalla sua incapacità di pagare le tasse per aver dovuto far fronte a ingenti risarcimenti per diffamazione causati dalle sue frequenti intemperanze verbali.

Sgarbi ha detto di essere disposto a saldare tutto il dovuto, ma a rate secondo le sue possibilità.

Per quanto riguarda il quadro, Sgarbi ha assicurato che la sua compagna non sarebbe una mera prestanome, ma la vera destinataria del dipinto.

Il politico ha spiegato al Fatto Quotidiano che “il dipinto è stato donato” alla sua “fidanzata da Corrado Sforza Fogliani, come risulta da bonifico”.

“Io non ho mai partecipato all’asta”, ha aggiunto il sottosegretario. “La mia fidanzata ha battuto il quadro e dopo un certo tempo, attendendo di pagarlo, ne ha parlato con Sforza Fogliani che ha deciso di regalarglielo”.

L’accusa di un ex collaboratore

Oltre al filone giudiziario, Sgarbi è nell’occhio del ciclone per altri due motivi.

Uno riguarda le recente accuse mosse ai suoi danni da un ex collaboratore. L’uomo, ex autista, accusa Sgarbi di averlo sottoposto a turni massacranti in cambio di paghe non adeguate.

Sgarbi e le consulenze

Poi c’è il caso degli eventi ai quali il sottosegretario alla Cultura ha partecipato dietro compenso.

Sgarbi si è difeso sostenendo di non avere mai preso un soldo da enti pubblici, ma di avere incassato ricchi gettoni di presenza unicamente da soggetti privati. Il caso è finito all’attenzione dell’Antitrust.

Fonte foto: ANSA

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