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Vittorio Sgarbi e il messaggio a Giorgia Meloni dopo le dimissioni: le parole dopo l'addio al Governo

Vittorio Sgarbi manda un messaggio a Giorgia Meloni dopo le dimissioni da sottosegretario e accusa l'Agcm per comportamento illegittimo

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Luca Bucceri

GIORNALISTA

Giornalista pubblicista esperto del mondo dello sport e della politica, scrive anche di attualità ed economia. Laureato in Scienze della Comunicazione, muove i primi passi nelle redazioni sportive di Palermo per poi trasferirsi a Milano e lavorare per importanti testate.

Dopo che la premier Giorgia Meloni ha accettato le sue dimissioni, Vittorio Sgarbi parla a ruota libera nel corso di Quarta Repubblica. Ospite negli studi del programma condotto da Nicola Porro, l’ormai sottosegretario alla Cultura ha puntato il dito contro la presidente del Consiglio, l’Agcm e l’Antitrust per averlo spinto a dimissioni con un atto illegittimo.

Il messaggio di Sgarbi a Meloni

Incalzato da Porro, che ha sottolineato che le dimissioni possono essere state “una debolezzapersonale”, Sgarbi ha ricordato che la carica di sottosegretario gli era stata concessa dalla stessa Meloni che aveva preso in considerazione le capacità del critico.

Ma ora “mi rende onore accogliendo le dimissioni su cui esiste un tema formale, perché mi interdico di ricorrere al Tar per dimostrare che l’Agcom ha fatto una profonda illegalità fuori dalle sue funzioni” ha detto a Quarta Repubblica.

E come un fiume in piena, l’ex sottosegretario specifica che non voleva nulla dalla premier in materia di negoziazione delle dimissioni, solo “dimostrare la mancanza di rigore di una misura mai applicata”.

La critica per la lettera anonima

Tutto ruota attorno alla lettera anonima arriva al Ministero in cui Sgarbi veniva accusato di conflitto di interesse. Missiva che, lo stesso Sgarbi, sottolinea essere stata mandata “da un ministro, uno che non voglio attaccare perché non provo nulla”.

Ma una sorta di attacco a quel ministro viene comunque piazzato: “È una persona che se avesse avuto dignità non si sarebbe comportato così. Lui, per dimostrare la sua purezza, ha mandato la lettera. Appena si è accesa l’indagine il risultato era certo, ma incerto quello del ricorso al Tar”.

E a Meloni ha ricordato che accettando le dimissioni “ha dato per certo una cosa ancora incerta”.

Parlando di Roberto Rustichelli, presidente dell’Agcm, ha detto: “Pagherà, perché ha fatto fuori l’unico competente di un ministero guidato da un incompetente“.

L’accusa all’Agcm

Ma nel suo intervento Sgarbi è stato molto critico con l’Agcm, perché avrebbe messo in atto un comportamento illegittimo. L’ex sottosegretario, infatti, ha sottolineato che i compiti sono quelli di “verificare e sanzionare incompatibilità di tipo commerciale o concorrenziale” un danno che non avrebbe fatto al governo “essendo Sgarbi e continuandolo a fare da 50 anni con libri, presentazioni e mostre”.

In che modo nasce il conflitto di interessi? Quando utilizzo la carica di sottosegretario per avere altri incarichi, e nessuno mi ha mai chiamato se non perché sono Sgarbi” ha sottolineato, ricordando di essere “sindaco di Arpino, prima di Sutri, il prosindaco di Urbino, l’assesore a Viterbo, il presidente dei musei” e di esercitare le cariche e tutto ciò che ne segue “come fare conferenze, presentare mostre e libri”.

Se è vero che alcune professioni vanno in conflitto, Sgarbi attacca l’Agcm perché “non esiste la professione di presentatore di libro e il pagamento, poi, riguarda te come persona competente”.

Ha ricordato che solo pochi mesi fa l’Antitrust ha considerato compatibili le sue 19 cariche, ma poi incompatibile quella della presentazione di un libro. Volendo essere provocatorio, ha quindi sottolineato: “Ciò significa che un architetto che diventa senatore a vita non può fare più l’architetto? Mi riferisco a Piano. Non capisco perché non posso continuare a fare quello che facevo, che è il motivo per il quale mi ha chiamato la Meloni”.

La promessa di Sgarbi e l’appello a Mattarella

Nel corso della lunga intervista Sgarbi si è lasciato andare anche ad alcune promesse come quella di agire contro i giornali che lo hanno diffamato in questi mesi. E non solo.

Ricordando che “dal male che mi è stato fatto risorgerò come sempre, con un grande divertimento”, l’ex sottosegretario ha annunciato il ricorso al presidente della Repubblica: “Ho 120 giorni per farlo manifestando con grande giudizio e studi le contraddizioni dell’Agcm che ha agito in un campo che non gli compete”.

Fonte foto: ANSA

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