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Vittorio Feltri si racconta, dalla moglie morta dopo il parto alla sinistra: "Mi insultano solo i comunisti"

Vittorio Feltri ha raccontato in un'intervista la morte della sua prima moglie ed è tornato sulla frase che ha fatto esplodere le proteste dei ciclisti

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Claudio Carollo

GIORNALISTA

Classe ’88, è giornalista professionista dal 2017. Scrive di cronaca e attualità economico-politica, interessandosi nel tempo di tematiche sociali e sport. Ha collaborato con diverse testate nazionali, con esperienze anche in radio.

Finito al centro della bufera per le sue dichiarazioni sui ciclisti, Vittorio Feltri è tornato sulle sue parole raccontandosi in un’intervista, rilasciata in occasione del lancio del suo nuovo libro. Il direttore editoriale de Il Giornale ha ripercorso la sua vita e la sua carriera, parlando anche delle reazioni ai suoi titoli e alle dichiarazioni spesso controverse.

Vittorio Feltri e la frase sui ciclisti

L’81enne giornalista e consigliere regionale con Fratelli d’Italia è risalito alla ribalta per la sua frase “i ciclisti mi piacciono solo quando vengono investiti“, pronunciata nel corso di un evento del cinquantennale del suo quotidiano, al Circolo Filologico Milanese.

Parole che hanno scatenato le polemiche da parte dell’opposizione del Consiglio lombardo, con una mozione presentata da Patto Civico, Pd, M5S e Avs per chiedere le dimissioni di Feltri.

Vittorio Feltri per l’evento dei 50 anni del Il Giornale

Il testo è stato bocciato in Aula con votazione segreta, ma le proteste hanno proseguito con un flash mob contro Feltri dei ciclisti e delle associazioni dei parenti delle vittime della strada, organizzato davanti alla sede del consiglio regionale della Lombardia.

L’intervista

“Ma io parlavo delle piste ciclabili, che sono pericolose, ci vuole molto a capirlo? L’anno scorso sono stati investiti 954 ciclisti, lo ha ricordato pure Salvatore Merlo sul Foglio” ha detto Feltri in un’intervista al Corriere della Sera.

Il giornalista è tornato anche sul titolo della “Patata bollente” sulla prima pagina di Libero, quotidiano di cui era direttore,  riferito all’ex sindaca di Roma Virginia Raggi, per il quale è stato condannato a una multa da 11mila euro.

“Intanto io non pago mai nulla, paga l’editore – ha dichiarato – E quella sentenza mostra solo il livello della nostra magistratura, che non conosce neanche la Treccani, perché patata bollente significa questione scottante”.

Di fronte a chi lo ha definito un “rimbambito” Feltri ha risposto che “di me possono dire quello che vogliono, resto indifferente. Gli insulti arrivano dai comunisti e affini. Ma per strada tutti mi fermano e vogliono una foto con me”.

Smetterò quando mi accorgerò che non capisco più niente. Quel giorno si sta avvicinando. E comunque se guadagnaste ciò che guadagno io, non vorreste smettere” ha aggiunto.

Feltri e la moglie

Nella sua intervista Feltri ha parlato anche della vita privata e della moglie Enoe Bonfanti: “Io tutte le sere quando torno a casa sono felice di vederla e non potrei stare con nessun altro. Provo per lei una grande tenerezza e una grande gratitudine per avermi tolto dal guado quando ne avevo più bisogno”.

L’81enne giornalista ha ricordato il ruolo della seconda coniuge dopo il lutto che ha colpito la sua famiglia: “La mia prima moglie è morta dopo il parto, lasciandomi due gemelle. E la Bonfanti mi è venuta in soccorso. Questo aiuto fondamentale non me lo potrò mai dimenticare, perché ero veramente in una situazione di disperazione. Grazie alla Bonfanti ci siamo tutti”.

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