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Vermocane invadono i mari d'Italia grazie al caldo: come riconoscerli, i rischi per l'uomo in caso di puntura

A causa delle temperature più calde, i mari d'Italia sono ora invasi dai vermocane: ecco come identificarli e i potenziali rischi che una loro puntura comporta per l'uomo

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Paola Palazzo

GIORNALISTA

Giornalista professionista. Su Virgilio Notizie si occupa di vari settori, dalla cronaca alla cultura, ma la sua più grande passione sono la moda e le tendenze. Durante il Master di Giornalismo alla Lumsa di Roma, muove i primi passi nelle redazioni di testate online e televisive. Attualmente collabora con diverse realtà editoriali nazionali e locali

Le ondate di calore non risparmiano i mari d’Italia, causando gravi squilibri degli ecosistemi. Questa volta nel mirino degli esperti ci sono i vermocane che a causa delle alte temperature stanno proliferando senza freni nelle acque del Mediterraneo. A pagarne le conseguenze sono le altre specie marine e la pesca. Non solo: sono velenosi per l’uomo e una puntura può provocare un’intensa irritazione.

Gli studi dei biologi sui vermocane

I biologi del laboratorio dell’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale di Trieste, con sedi a Panarea e Milazzo, stanno studiando attentamente questa specie.

Michela D’Alessandro, insieme ai colleghi dell’Ogs Valentina Esposito e Marco Graziano, ha osservato che i vermocane, scientificamente noti come Hermodice carunculata, sono una specie endemica del Mediterraneo, la cui popolazione era in passato sotto controllo.

Esemplare di vermocane 

Ma le recenti ondate di caldo hanno favorito una proliferazione incontrollata di questi vermi, che mangiano di tutto e si possono trovare persino a riva.

Dove si trovano e come riconoscerli

Secondo quanto riferito dall’Ogs, un tempo i vermocane erano diffusi perlopiù nel canale di Suez. Oggi con il riscaldamento anomalo delle acque del Mediterraneo, si assiste a un significativo aumento nei mari di Sicilia, Calabria e Puglia.

Questo ha spinto i biologi a lanciare una campagna informativa in collaborazione con varie università e istituti, tra cui le Università di Modena e Reggio Emilia, Catania, Messina, Ispra e l’Area Marina Protetta di Capo Milazzo.

I vermocane sono coloratissimi e lunghi in media tra 20 e 30 centimetri, ma possono raggiungere anche il metro. Le loro tossine, contenute nelle setole urticanti, generano edemi e pruriti dolorosi.

Cosa fare in caso di puntura

Roberto Simonini, ecologo dell’Università di Modena e Reggio Emilia che ha isolato queste sostanze tossiche, spiega che il dolore può variare a seconda delle zone del copro in cui si viene punti.

Dove la pelle è spessa, si avverte un bruciore localizzato simile a quello provocato dall’ortica.

Nelle parti in cui la pelle è più sottile, invece, come il gomito o il ginocchio, il dolore può essere particolarmente intenso e duraturo. Tutto si risolve con della pomata al cortisone.

Fonte foto: iStock

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