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Vermocane, allarme nel Mar Adriatico al largo delle Marche: 3 persone in ospedale dopo le ustioni

Tre bagnanti sono finiti in ospedale a Marcelli di Numana, nelle Marche, per la puntura di un Vermocane, specie sempre più diffusa nel Mar Adriatico

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Claudio Carollo

GIORNALISTA

Classe ’88, è giornalista professionista dal 2017. Scrive di cronaca e attualità economico-politica, interessandosi nel tempo di tematiche sociali e sport. Ha collaborato con diverse testate nazionali, con esperienze anche in radio.

Vermocane in agguato negli scogli dei litorali italiani. L’aumento delle temperature nel Mediterraneo sta portando alla proliferazione di specie aliene, dannosa per l’habitat naturale dei nostri mari e, per alcuni animali, anche per la salute dell’uomo. È il caso dell’Hermodice carunculata o verme di fuoco, noto anche come vermocane, un anellide marino presente in particolare in Sicilia, Puglia e Campania, e via via sempre più diffuso anche nelle spiagge del Centro Italia, per la disperazione dei pescatori, ma anche per i bagnanti che si imbattono in questi invertebrati.

I tre casi nelle Marche

Possono testimoniarlo le tre persone finite in ospedale a Marcelli di Numana, località nelle Marche, per essere entrate in contatto con il vermocane. Il corpo di questo verme marino, infatti, è ricoperto da setole contenenti tossine urticanti che possono generare dolori, bruciori, edemi, pruriti e intorpidimento.

A causa della puntura, i bagnanti sono stati curati al pronto soccorso, ma oltre ai dolori simile a quelli che potrebbe provocare un’ortica molto potente, non hanno riportato altre conseguenze.

Un esemplare di vermocane

La diffusione del vermocane

Principalmente presente sui fondali rocciosi, il vermocane era fino a qualche anno fa una specie rara nei mari italiani, ma che adesso è sempre più facile da trovare nelle reti dei pescatori e anche sugli scogli vicini alla riva. Motivo per il quale, oltre ad essere l’incubo di chi va a pesca in quanto predatore vorace e infestante, stanno diventando un rischio anche per i bagnanti.

I biologi dell’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale (Ogs) di Trieste hanno lanciato uno studio sulla diffusione di questa specie, in collaborazione con le Università di Modena e Reggio Emilia, di Catania e di Messina, con l’Ispra e l’Area Marina Protetta di Capo Milazzo, in provincia di Messina, area nella quale i vermocane stanno proliferando massivamente.

Come riconoscere il vermocane

I vermocane si presentano come dei vermi marini molto colorati, di lunghezza media fra 20 e 30 centimetri, ma che possono raggiungere in alcuni casi i 70 centimetri o anche fino il metro.

Tipici principalmente del canale di Suez, questi anellidi si trovano ormai al loro agio nelle acque sempre più calde del Mediterraneo, come nei mari nel Sud Italia e davanti alle coste croate della Dalmazia.

“Capita di trovarli anche fino a riva”, ha sottolineato Michela D’Alessandro, che con i colleghi dell’Ogs Valentina Esposito e Marco Graziani sta studiando questa specie. “Non vanno toccati se avvistati perché il loro corpo è ricoperto di setole che contengono tossine urticanti” raccomandano i ricercatori.

Fonte foto: iStock

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