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Variante Kawasaki del Norovirus, casi in aumento tra i bambini in UK: quali sono i sintomi e come si trasmette

La variante Kawasaki del Norovirus preoccupa, aumentano i casi in UK: cos'è, quali sono i sintomi e come si trasmette. Intervista a Fabrizio Pregliasco

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Eleonora Lorusso

GIORNALISTA

Giornalista professionista dal 2001, ha esperienze in radio, tv, giornali e periodici nazionali. Conduce l’annuale Festival internazionale della Geopolitica europea. Su Virgilio Notizie si occupa di approfondimenti e interviste, in particolare su Salute, Esteri e Politica.

L’allarme cresce nel Regno Unito, dove il Norovirus Kawasaki sta causando un aumento di contagi. Ma anche in Italia aumenta l’attenzione nei confronti del virus, in grado di causare gastroenteriti anche molto importanti, specie per i più fragili. Secondo i dati dell’Agenzia per la sicurezza sanitaria britannica (UKHSA), il 70% delle infezioni al momento in circolazione è legata proprio alla diffusione della variante cosiddetta Kawasaki, un Norovirus che prende il nome dalla città giapponese, anche se per la prima volta era stato scoperto in Cina. Era il 2014 e nell’arco degli ultimi 10 anni si è reso responsabile di boom di contagi periodici, come sta accadendo in queste settimane. L’intervista a Fabrizio Pregliasco, direttore sanitario dell’IRCCS Galeazzi-Sant’Ambrogio, e Direttore della Scuola di specializzazione di igiene e medicina preventiva dell’Università degli Studi di Milano.

Cos’è il Norovirus Kawasaki: quali sono i sintomi, come si trasmette

La variante Kawasaki del Norovirus in circolazione al momento appartiene alla famiglia del genogruppo 2 (GII.17).

I sintomi tipici sono quelli di una gastroenterite, che può essere anche severa:

  • disidratazione
  • diarrea

Il virologo Fabrizio Pregliasco

La caratteristica del ceppo in circolazione è l’alta contagiosità, che lo rende facilmente diffondibile e trasmissibile, sia per via orofecale sia per via aerea.

La differenza con la malattia di Kawasaki

L’allarme per la diffusione del Norovirus Kawasaki ha portato ad aumentare l’interesse nei confronti di un virus che, però, non va confuso con altre malattie.

Non è un virus respiratorio, quindi non dà i classici sintomi delle patologie stagionali in corso (come influenza, Covid, ecc.), né va confuso con la malattia di Kawasaki, che nel 2013 era stata diagnosticata al figlio di Max Pezzali, Hilo, come spiegato dallo stesso cantante in varie interviste.

La malattia di Kawasaki è un’infiammazione acuta dei vasi sanguigni di piccolo e medio diametro, di tutte le parti del corpo, che in genere colpisce i bambini piccoli: oltre 7 pazienti su 10 (76% circa) sono lattanti o bambini con meno di 5 anni.

La patologia si presenta con febbre, arrossamento della congiuntiva, delle labbra e dell’interno della bocca, anomalie delle estremità (mani, piedi, area del pannolino), alterazioni della pelle e ingrossamento dei linfonodi del collo da un solo lato.

L’intervista a Fabrizio Pregliasco sul Norovirus Kawasaki

Il primo allarme è arrivato nel Regno Unito, dove nelle ultime settimane si sono registrati oltre 2.600 casi, più del doppio di quelle del periodo. Anche in Italia sono in crescita. C’è da preoccuparsi?

“Certamente c’è una certa apprensione, legata ai numeri. Però va detto che non è la prima volta che questo Norovirus causa epidemie di una certa consistenza. Per esempio, era accaduto in Giappone tra il 2014 e il 2015 e proprio per questo il nome prende origine dalla città nipponica più colpita all’epoca. Ma lo abbiamo già conosciuto anche in Italia: non è un virus nuovo”.

Cos’è il Norovirus Kawasaki, da non confondere con la malattia di Kawasaki?

“Non ha nulla a che fare, appunto, con quella malattia (che invece prende il nome da una vasculite, descritta per la prima volta in Giappone nel 1967 da Tomisaku Kawasaki, NdR). In questo caso parliamo di una patologia che può diffondersi con una certa facilità in ambienti dove le persone sono a stretto contatto, come le crociere. Dà soprattutto gastroenteriti”.

Come si trasmette il Norovirus Kawasaki?

“La trasmissione più tipica è orofecale, quindi con scambio e a contatto con i liquidi, ma può diffondersi anche per via aerea. Occorre, quindi, rispettare le norme igieniche fondamentali, che abbiamo imparato a conoscere e riscoprire durante la pandemia Covid”.

Perché si torna a parlarne oggi, quali sono i motivi per cui si sta assistendo a un aumento di contagi?

“Il motivo non è dovuto al periodo, perché il virus non ha una stagionalità. Piuttosto la presenza della variante Kawasaki fa sì che il Norovirus abbia una grande capacità di contagio. Questo inquieta un po’, ma ritengo che non ci sia da allarmarsi oltre un certo limite. Occorre, certo, più attenzione nei confronti nei soggetti fragili”.

Chi è più a rischio?

“Come sempre, proprio i soggetti fragili, che possono essere gli anziani e anche i bambini più piccoli. I rischi principali, infatti, sono legati alla disidratazione”.

In passato il Norovirus è stato rintracciato nell’acqua, in zone circoscritte. È noto il caso della zona tra il Trentino e la Lombardia, dove si era verificata una epidemia che aveva portato al divieto temporaneo di consumo di acqua potabile la scorsa primavera. Adesso come si può capire se si tratta di Norovirus Kawasaki e come ci si cura?

“La diagnosi esatta passa da esami di laboratorio che possono permettere di individuare il ceppo, ma non cambia ai fini della cura. Essendo una forma virale, non va preso l’antibiotico. Occorre, semplicemente, prestare attenzione all’idratazione. Possono essere previsti farmaci sintomatici, come gli antidiarroici, nei casi più importanti, ma la patologia si risolve anche in modo naturale nell’arco di qualche giorno”.

Fonte foto: ANSA

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