NOTIZIE
CRONACA

Vaiolo delle scimmie, primo morto in Europa: Bassetti mette in guardia sulle lesioni dell'infezione

Primo morto in Europa per il vaiolo delle scimmie: sale l'allerta per le lesioni causate dall'infezione, a spiegare quali sono è Matteo Bassetti

Pubblicato:

Cristiano Bolla

GIORNALISTA

Giornalista pubblicista esperto di cinema, televisione, nuovi media e spettacolo, scrive anche di cronaca e attualità. Laureato in Scienze e Tecnologie delle Arti e dello Spettacolo con Master in Drammaturgia e Sceneggiatura, ha lavorato per diverse produzioni prima di muovere i primi passi nelle redazioni di testate giornalistiche di Torino e Milano. Attualmente collabora anche con importanti riviste di settore.

Il vaiolo delle scimmie, virus dichiarato emergenza sanitaria globale dall’Oms, ha mietuto la sua prima vittima. In Italia al momento sono stati confermati poco meno di 500 casi, quasi tutti uomini che hanno contratto il virus tramite un contatto stretto con un caso sintomatico. L’infettivologo Matteo Bassetti ha lanciato l’allerta sulle lesioni causate dal virus.

Primo morto per il vaiolo delle scimmie: è in Spagna

Secondo quanto riportato nelle ultime ore da una nota del ministero della Salute, in Spagna si è registrato il primo morto in Europa a causa del vaiolo delle scimmie, virus che si sta rapidamente diffondendo soprattutto nel Continente.

Il primo decesso è stato registrato in un Paese che ha un tasso di contagi mille volte superiore rispetto all’Italia: in Spagna si contano infatti 4.298 casi di persone infette, di cui 20 ricoverati in ospedale e appunto un morto.

Il vaiolo delle scimmie è stato dichiarato emergenza sanitaria globale

Anche nel caso iberico, la maggior parte dei colpiti è uomo: 4.081 casi contro 64 donne (di 3 malati non è stato reso noto il genere). L’età media è di 37 anni, ma il vaiolo delle scimmie a quanto pare colpisce chiunque, con casi registrati che vanno dai 10 mesi agli 88 anni.

Quanti casi ci sono in Italia

Dal bollettino del Ministero della Salute italiano, la situazione è radicalmente diversa. Nonostante il grande focolaio scoppiato a Padova e partito da una chat per incontri anonimi, i casi confermati a oggi – venerdì 29 luglio 2022 – sono 479. Sono 53 in più rispetto all’ultima rivelazione.

Di questi, 146 sono collegati a viaggi all’estero, l’età media si conferma in linea con quella spagnola (37, range che va dai 20 ai 71 anni) e sono praticamente tutti uomini: 476 casi maschili e solo 3 quelli femminili.

La maggior parte dei casi si trova in Lombardia (216), seguita da Lazio (101) ed Emilia-Romagna (55).

L’allarme di Bassetti per le lesioni a lungo termine

Che la questione non vada presa alla leggera lo ha sottolineato anche Matteo Bassetti, direttore della Clinica di malattie infettive del Policlinico San Martino di Genova. All’Adnkronos Salute, l’infettivologo ha infatti dichiarato: “Qualcuno ha detto: il vaiolo delle scimmie non è un problema perché non muore nessuno. Sì, ma le lesioni che colpiscono soprattutto i genitali sono altamente invalidanti

Secondo il medico, che cita i propri pazienti malati, il vaiolo delle scimmie non è come la varicella: le lesioni possono durare anche 2-3 mesi e rischiano di invalidare pesantemente gli infettati, “rischiano di lasciare anche degli effetti a lungo termine“.

Per questo, non bisognerebbe guardare solo alla mortalità, ma anche “alla morbilità e a quelli che sono i danni che questo virus può lasciare”.

Quali sono i sintomi del virus

Il vaiolo delle scimmie è un virus che può trasmettersi tramite stretto contatto: particolarmente infettivi sono le eruzioni cutanee e i fluidi corporei (liquido, pus o sangue). Attenzione non solo a ulcere, lesioni e piaghe della bocca, sottolinea il Ministero della Salute, ma anche a saliva e quei droplet già celebri a causa del Covid-19.

Tra i sintomi acclarati del virus, ci sono febbre, intenso mal di testa, dolori muscolari, mal di schiena e astenia. I segni più frequenti invece sono linfonodi ingrossati ed eruzioni o lesioni cutanee.

L’eruzione, si apprende, arriva di solito entro 3 giorni dalla comparsa della febbre. Possono essere piatte o rialzate, piene di liquido oppure formare delle croste. I sintomi durano in genere 2-4 settimane e possono scomparire da soli senza trattamento.

Fonte foto: 123rf

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963