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Vaccini, Zaia si sfoga: "Accusati di infilare microchip nei bimbi"

Luca Zaia, governatore del Veneto, prende una posizione netta su vaccini e Green pass

Di: VirgilioNotizie | Pubblicato:

Luca Zaia, governatore leghista del Veneto, in una intervista rilasciata al Corriere della Sera, ha parlato ampiamente della spaccatura del Paese sull’utilizzo del Green pass e dello scetticismo sui vaccini; scetticismo che interessa una fetta di popolazione. Come premessa del suo ragionamento, Zaia menziona due citazioni celebri. Una porta la firma di Martin Luther King: “La mia libertà finisce dove comincia la tua”. L’altra di Voltaire: “Non sono d’accordo con quello che dici, ma darei la vita perché tu lo possa dire”.

A questo punto il presidente del Veneto spiega che non si meraviglia del fatto che ci siano persone che la pensano in modo differente. “Ma ci sono due elementi da sottolineare – rimarca -. Primo, i toni, che devono rimanere accettabili. Secondo, non può passare lo stigma e la messa in mora di chi la pensa diversamente e fa il suo lavoro”.

Secondo Zaia c’è “un clima in cui è sempre più difficile compiere il proprio ruolo istituzionale. Siamo passati da una sanità pubblica che faceva le profilassi a scuola a un punto in cui è difficile fare un tampone perché veniamo accusati di infilare microchip nel naso dei bambini. Fare quello che abbiamo il dovere di fare sta diventando un problema”.

Il governatore sostiene che “il tema della vaccinazione fa emergere questioni rilevantissime”. “Se invochiamo la libertà per qualsiasi cosa – ragiona -, perdiamo il minimo senso del bene comune. Oggi riguarda i vaccini, domani qualunque scelta di sanità pubblica. Eppure, noi per decenni siamo stati accompagnati da piani di sanità pubblica. La mia generazione la distingui perché sulla spalla ha la cicatrice della vaccinazione”.

Gli scettici del vaccino sostengono che i preparati siano stati messi a punto in un tempo troppo breve per essere sicuri. Cosa ne pensa Zaia di tale tesi? “Le conoscenze per preparare un vaccino non sono quelle di 50 o 60 anni fa. Ma il problema vero è che in questo clima, se inventassero oggi la penicillina, avremmo i social pieni di gente che dice che una muffa non se la inietta. Qui sta saltando il patto sociale. E se succede è inevitabile che andiamo alla deflagrazione”.

Il governatore aggiunge che “nessuno si diverte ad assumere un farmaco”, ricordando però che “tutti, a partire dall’aspirina, hanno delle controindicazioni. Ma è pur vero che in un’epidemia, la profilassi io la faccio per me e anche per chi mi è vicino”.

Come nel suo stile, Zaia passa ad esempi concreti: “Guardi io penso che se uno ha un’unghia incarnita, la scelta è sua: dipende da lui se curarsi o farsi tagliare un dito”. Discorso diverso è “di fronte a un’epidemia”. In tal caso, afferma il governatore, “bisognerebbe fare squadra. Altrimenti la pandemia si trasforma in guerra civile o, peggio, in guerra tra poveri. Noi abbiamo il dovere di evitarlo e di discutere. Ma qui c’è ancora chi dice che il virus non esiste e che è un complotto. Incuranti del fatto che i vaccini funzionino”.

I leghisti Borghi e Siri hanno assunto delle posizioni piuttosto controverse. “La Lega è sempre stata un partito di composizione sociale e culturale variegata – spiega Zaia -, ci sta che qualcuno non la pensi come te. Detto questo, non mi risulta che il partito abbia deciso di rinnegare l’attività dei propri amministratori, presidenti e sindaci”.

“Un discorso è discutere legittimamente sull’obbligatorietà, come fa il segretario Salvini. Altra cosa è farsi portatori di una linea in cui io assolutamente non mi identifico. E mi rifiuto di pensare che sia quella del partito”, conclude.

Fonte foto: ANSA
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