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Uno studio individua tre fattori di rischio per la demenza: i consigli degli esperti per rallentare il decorso

Il nuovo studio ha evidenziato che alcol, zuccheri e inquinamento agiscono su una zona più vulnerabile del cervello, velocizzando la demenza

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Gabriele Silvestri

GIORNALISTA

Giornalista pubblicista, esperto di media, scrive di cronaca, politica e attualità. Laureato in comunicazione alla Sapienza, si è affermato come autore e conduttore di TG e programmi giornalistici. Collabora con diverse redazioni online, emittenti televisive e radiofoniche.

Passi avanti significativi nella ricerca sulla demenza, malattia degenerativa contro la quale spesso ben poco è possibile fare. Un recente studio, pubblicato su Nature Communications, ha individuato tre fattori di rischio su cui è possibile intervenire: ridurre il consumo di alcol, evitare le strade trafficate e limitare l’assunzione di zuccheri. Gli scienziati hanno identificato inoltre un “punto debole” nel cervello, influenzato più degli altri da determinate sostanze. Il nuovo approccio, potenzialmente, offre la possibilità di rallentare il declino cognitivo agendo quindi sullo stile di vita.

La ricerca sulla demenza: i fattori di rischio

Il recente studio pubblicato su Nature Communications ha rivelato che tre buone pratiche possono ridurre il rischio di rapida degenerazione delle funzioni cognitive per via della demenza.

Alcol e zuccheri, quindi, vanno limitati, così come l’esposizione all’inquinamento atmosferico. I ricercatori hanno individuato anche un’area particolarmente “vulnerabile” nel cervello, la prima a subire degenerazione durante l’invecchiamento rispetto ad altre regioni encefaliche.


La ricerca ha evidenziato una zona specifica del cervello maggiormente vulnerabile al 3 fattori di rischio

I dettagli dello studio sulla demenza

Lo studio dell’Università di Oxford, guidato dalla professoressa Gwenaelle Douaud, ha analizzato 161 fattori di rischio per questa condizione, classificandoli in base all’incidenza, utilizzando scansioni cerebrali di oltre 40mila individui nel Regno Unito con un’età superiore ai 45 anni.

Gli scienziati hanno classificato questi fattori di rischio, tutti modificabili nel corso della propria vita, in 15 categorie: pressione sanguigna, colesterolo, diabete, peso, consumo di alcol, fumo, depressione, infiammazioni, inquinamento, udito, sonno, interazione sociale, dieta, attività fisica e istruzione.

I risultati della ricerca

Questa regione cerebrale particolarmente vulnerabile sembra essere suscettibile, principalmente, agli effetti nocivi dell’alcol, del diabete e dell’inquinamento legato al traffico.

Sebbene l’invecchiamento sia la principale causa di degenerazione delle cellule cerebrali, questi fattori possono accelerare il processo.

Il professor Anderson Winkler, del National Institutes of Health e dell’Università del Texas Rio Grande Valley, ha evidenziato che grazie a un approccio globale è stato possibile identificare i tre fattori più dannosi per il cervello, e dimostra che è possibile, almeno in parte, prevenire la demenza intervenendo sullo stile di vita e limitando determinati comportamenti.

I dati sulla demenza

La demenza è una sfida crescente per la salute pubblica, identificata dall’OMS e dall’Alzheimer Disease International come una priorità globale.

Attualmente, oltre 55 milioni di individui nel mondo vivono con questa condizione, con previsioni di crescita a 75 milioni entro il 2030 e 132 milioni entro il 2050.

Le demenze, inclusa l’Alzheimer (per il quale è in arrivo un promettente farmaco), rappresentano la settima causa di morte a livello globale. In Italia, si stima che ci siano oltre 1 milione di pazienti con demenza, di cui circa 600 mila affetti da Alzheimer.

Fonte foto: iStock

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