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Unicredit e l'acquisto di azioni di Banco Bpm, l'operazione di novembre va in porto: cosa significa

Unicredit acquista 860mila azioni Banco Bpm per 5,85 milioni di euro: operazione legata all’Ops in corso, tra strategie bancarie e reazioni politiche

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Vincenzo Corrado

GIORNALISTA

Giornalista professionista. Negli ultimi 16 anni ha ricoperto i ruoli di redattore, caposervizio e caporedattore per diverse testate locali e nazionali occupandosi di cronaca, cultura e sport. Attualmente direttore di una rivista di racconto sportivo

UniCredit ha completato l’acquisto di 860mila azioni di Banco Bpm, un’operazione derivante da un contratto di opzione firmato a novembre. Il passaggio delle azioni, reso pubblico dalla banca, si inserisce nel contesto dell’offerta pubblica di scambio (Ops) che Unicredit ha lanciato su Banco Bpm. Ma il governo potrebbe decidere di utilizzare il golden power, uno strumento che gli consente di bloccare operazioni giudicate rischiose per gli interessi strategici del Paese.

Unicredit e l’acquisto di azioni di Banco Bpm

Come riporta Il Sole 24 Ore, UniCredit Bank GmbH, controllata tedesca del gruppo, ha esercitato un’opzione call su 860mila azioni Banco Bpm, corrispondenti allo 0,057% del capitale della banca, a un prezzo di 6,8 euro per azione.

Questo prezzo è inferiore alla quotazione di mercato del titolo, che si aggira intorno a 7,7 euro. La spesa totale dell’operazione è stata di circa 5,85 milioni di euro.

Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti

Sebbene l’operazione sia di dimensioni ridotte rispetto alla totalità del capitale di Banco Bpm, UniCredit ha dovuto renderla pubblica per via del regolamento legato all’Ops in corso.

L’offerta pubblica di scambio obbliga infatti la società proponente a comunicare ogni transazione che coinvolga la società target.

L’obiettivo dell’operazione

L’Ops lanciata da UniCredit su Banco Bpm mira a consolidare la posizione del colosso bancario italiano tra i principali attori del settore finanziario europeo.

L’operazione sta facendo rumore e le reazioni non sono tutte positive. Di sicuro, infatti, rappresenta un’opportunità per aumentare l’efficienza del mercato e ottenere economie di scala necessarie per competere con le grandi banche americane e cinesi.

C’è però chi – governo in testa – interpreta l’operazione come un potenziale ostacolo alla fusione tra Banco Bpm e Monte dei Paschi di Siena, auspicata per rafforzare il sistema bancario nazionale.

I dubbi del governo e il golden power

In particolare il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha accennato all’eventuale utilizzo del golden power, uno strumento che consente al governo di bloccare operazioni giudicate rischiose per gli interessi strategici del Paese.

L’operazione avviata da Unicredit, tra l’altro, si colloca in un contesto di espansione del colosso bancario, già protagonista di un tentativo di fusione con Commerzbank, che ha incontrato l’opposizione del governo tedesco.

Fonte foto: iStock

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