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Tumori, vaccino anti-cancro riduce la mortalità: la svolta terapeutica con la tecnologia a mRna

Moderna ha sperimentato un vaccino a mRna contro il melanoma, ottenendo risultati positivi: presto potrebbe essere testato su altri tipi di tumore

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Simone Cadoni

GIORNALISTA

Giornalista, scrive di cronaca, politica e altre tematiche legate all’attualità.

Un vaccino sperimentale a mRna, la stessa tecnologia utilizzata per combattere il Covid, ha dimostrato di funzionare in combinazione con un secondo medicinale nei pazienti affetti da melanoma, grave forma di cancro alla pelle. Una vera e propria svolta terapeutica.

Lo ha reso noto l’azienda Moderna, spiegando che i test hanno già superato la fase 1 e 2. Adesso la ricerca proseguirà verso il terzo step: quello attraverso cui viene valutato il grado di rapporto tra rischi e benefici su un numero elevato di persone.

La sperimentazione del vaccino anti-cancro

Ad oggi la fase sperimentale ha coinvolto 157 pazienti con melanoma allo stadio 3 o 4, che in passato si erano già sottoposti a operazioni chirurgiche. Ad alcuni di loro sono state somministrate 9 dosi del vaccino anti-cancro di Moderna, parallelamente al farmaco Keytruda di Merck, con una cadenza di tre settimane per un anno.

Altri invece hanno ricevuto soltanto il trattamento di immunoterapia Keytruda. Dai risultati è emerso che la combinazione di vaccino e farmaco è in grado di ridurre il rischio di ricaduta o morte del 44% rispetto alla sola immunoterapia.

Per quanto riguarda invece gli effetti collaterali, il mix di vaccino e farmaco ha provocato il 14,4% di esiti gravi rispetto al 10% del solo trattamento con Keytruda.

Una nuova frontiera per la cura del cancro

Dopo numerosi fallimenti nell’ambito della ricerca scientifica contro i tumori, la terapia sperimentata da Moderna insieme a Merck secondo gli esperti può rappresentare un punto di svolta per il prossimo futuro.

“Si tratta di risultati molto incoraggianti”, ha dichiarato l’amministratore delegato di Moderna Stephane Bancel, sottolineando che la tecnologia a mRna era già stata “trasformativa per il Covid” e che adesso per la prima volta ha dimostrato il suo potenziale anche nei test sul melanoma.

Anche da Merck l’idea è quella di una possibile nuova frontiera per la cura del cancro. “È un enorme passo in avanti nell’immunoterapia”, ha evidenziato Eliav Barr, responsabile dello sviluppo clinico globale e direttore medico della società.

Il vantaggio della tecnologia a mRna

Il vaccino anti cancro al centro della ricerca statunitense si differenzia da quello anti Covid per la sua azione sul sistema immunitario dei pazienti.

Mentre nel caso del coronavirus la tecnologia a mRna stimola la risposta immunitaria per proteggere l’organismo, con un carattere quindi di prevenzione, nel caso dei tumori  va a “educare” il sistema immunitario dei pazienti ad attaccare le cellule tumorali, fungendo così da vera e propria terapia.

È questo il grande vantaggio dei vaccini a mRna, il cui studio è ormai iniziato decenni fa: la doppia potenzialità legata da un lato alla risposta anticorpale e dall’altro a una risposta cellulare. L’Rna (acido ribonucleico) è il maggiore responsabile dei processi di codifica, decodifica, regolazione ed espressione dei geni.

Nel dettaglio, l’Rna messaggero assume un ruolo fondamentale per la sopravvivenza dell’essere umano, in quanto contiene e trasporta importanti informazioni genetiche alle cellule. Da qui l’intuizione negli anni Novanta di provare a utilizzarlo a scopo terapeutico.

Fonte foto: 123RF

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