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Tredicesima più bassa per tutti, niente sgravio contributivo: cosa cambia nel 2024

Brutte notizie per la tredicesima: nel 2024 sarà più bassa rispetto al 2023 perché senza sgravio. Le novità della bozza della legge di Bilancio

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Giorgia Bonamoneta

GIORNALISTA

Giornalista pubblicista, si concentra sulla politica e la geopolitica, scrive anche di economia e ambiente. Laureata in Editoria e Scrittura presso La Sapienza di Roma, ha iniziato a scrivere per una testata impegnata sui diritti civili, prima di lavorare in diverse testate di attualità.

L’importo percepito nel 2024 sarà più basso di quello del 2023. Dall’ultima bozza della legge di Bilancio, anche se non è ancora definitiva, è stata modificata la norma che prevede lo sgravio contributivo al 6% o 7% per chi non supera una retribuzione di 2.692 e 1.923 euro lordi. Lo sgravio è stato confermato, ma non avrà effetti sulla tredicesima. Questo si traduce in una tredicesima mensilità più bassa nel 2024 rispetto a quella percepita nel 2023 (si applicano sgravi del 2% o del 3% a seconda dell’importo).

Tredicesima senza sgravio

Nell’ultima bozza della legge di Bilancio non è previsto lo sgravio contributivo sulla tredicesima mensilità. Restano valide le percentuali del 6 o 7% a seconda dello stipendio percepito, ma non sulla gratificazione natalizia, che invece presenta i contributi per intero (pari al 9,19% dell’importo lordo o all’8,80% per i dipendenti pubblici).

Proprio per questo il Natale 2024 si presenta più povero rispetto al Natale 2023, con la tredicesima mensilità, l’elemento di economia familiare che permette l’acquisto di extra proprio nel periodo della festività natalizia, più bassa. Quindi anche se il governo Meloni ha confermato il taglio del cuneo fiscale per il 2024, con un aumento fino a 100 euro al mese per i dipendenti pubblici e privati, la tredicesima mensilità ne esce fuori colpita.

 Conferenza stampa, in ordine da sinistra Matteo Salvini, Giorgia Meloni e Antonio Tajani

Cosa cambia sulla gratifica natalizia

La tredicesima mensilità prevede uno sgravio contributivo del 3% per importi che non superano i 1923 euro lordi e del 2% per quelli che non superano i 2692 euro lordi. Si tratta di uno sgravio comunque più basso rispetto agli stipendi mensili.

Sono stati effettuati dei calcoli sul ribasso della tredicesima. L’esempio prevede che su uno stipendio di 1500 euro lordi, sono sottratti 92,35 euro di contributi. Nel 2024 questo dato è previsto in peggioramento: infatti sono un importo di 1500 euro andranno versati 137,85 euro di contributi.

Bozza manovra 2024

La bozza della manovra per il 2024 prevede diverse novità su temi caldi, dalle pensioni alla tredicesima, fino al codice per gli affitti brevi. In attesa del testo definitivo (oltre al taglio delle pensioni per i dipendenti pubblici) si discute della Quota 103, con la possibile uscita anticipata a 62 anni di età e 41 di contributi. C’è da sottolineare come l’assegno sarà calcolato secondo sistema contributivo. Infine il mensile non potrà essere maggiore di quattro volte il trattamento minimo previsto dalla legislazione vigente.

Dopo le tredicesime escluse da taglio del cuneo, è stata molto discussa la parola “pignoramenti”, ovvero la possibilità di procedere con il recupero coattivo. Per quanto Giorgia Meloni abbia affermato che questo non sia possibile, il pignoramento dei conti esisteva già in precedenza e continuerà a esistere anche dopo la manovra. Cambia però la formula, dove il termine “pignoramento” viene cancellato, ma non il sistema e il controllo che anticipano la riscossione.

Fonte foto: IPA

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