Torre Garisenda a Bologna come la Torre di Pisa: per la messa in sicurezza verranno usati gli stessi tralicci
La Torre Garisenda sfrutterà gli stessi tralicci della "pendente" di Pisa per essere messa in sicurezza e scongiurarne il crollo
La Garisenda, torre che insieme a quella degli Asinelli simbolo di Bologna, potrà essere salvata con gli stessi tralicci usati per mettere in sicurezza la Torre di Pisa. Lo ha detto il sindaco Matteo Lepore, che nel corso della conferenza stampa tenutasi a Palazzo d’Accursio ha reso noti i lavori di ristrutturazione della torre pericolante.
Garisenda come la Torre di Pisa
Il progetto di messa in sicurezza della Torre Garisenda è ormai pronto e il sindaco di Bologna Matteo Lepore lo presenta con orgoglio. Che per il salvataggio del simbolo bolognese si sia guardato verso la Toscana, dove a Pisa la è stato messo in atto nel passato un processo di stabilizzazione della “pendente”, non è di certo una novità, ma che verranno utilizzati gli stessi tralicci sì.
Ed ecco quindi che parlando dei lavori di ristrutturazione della torre, il sindaco ha sottolineato di aver definito le modalità di intervento “grazie ai tralicci utilizzati per la Torre di Pisa“.
Infatti una volta installati i tralicci d’acciaio già utilizzati a Pisa, la Garisenda “uscirà dalla fase gialla” e sarà “messa in sicurezza, entrando nella fase verde”, ha spiegato Lepore.
Il progetto di Bologna
Il sindaco Lepore ha quindi sottolineato che l’obiettivo è mettere in sicurezza la Garisenda entro l’anno, con i tralicci che saranno installati all’interno di container presenti nella cerchia per tirare la torre ed evitare un crollo.
“Nel 2025 e nel 2026 ci sarà l’ulteriore lavoro di consolidamento e restauro, che va ancora progettato”, spiega Lepore che stima “in circa 6 mesi” il tempo necessario per adattare le strutture usate per la Torre di Pisa alla realtà bolognese.
Come verranno usati i tralicci
Il progetto, nello specifico, è stato possibile grazie all’ingegner Raffaella Bruni che ha chiesto aiuto ai professori Nunziante Squeglia dell’Università di Pisa e Massimo Majowiecki dell’Università di Bologna, entrambi impegnati anni fa proprio sul progetto per raddrizzare la torre di Pisa.
I tralicci saranno quindi due “torri” che contrastano il movimento della Garisenda, cioè due grandi cavalletti ancorati in fondazione con un sistema di pali che si spingono fino alla profondità di 30 metri.
Ora si tratta solo di attendere per il trasporto da Pisa a Bologna, con conseguente “restyling“. I tralicci, infatti, “sono in buono stato, solo leggermente intaccati dalla ruggine nelle parti basse” hanno fatto sapere. Quindi dovranno solo essere “rispolverati” per poi essere sottoposti a manutenzione per il via libera definitivo.