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Torino, multato il leader dei No Vax: ha incitato la gente a urlare "duce" contro il premier Draghi

Quasi 1200 euro di multa da pagare per il leader No Vax torinese Marco Liccione, accusato di aver incitato cori contro Mario Draghi durante una manifestazione

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Simone Cadoni

GIORNALISTA

Giornalista, scrive di cronaca, politica e altre tematiche legate all’attualità.

Il leader del movimento No Vax ‘La Variante Torinese’, Marco Liccione, è stato condannato a pagare una multa di circa 1200 euro.

L’accusa nei suoi confronti è di aver incitato la folla ad alzare cori contro Mario Draghi durante la manifestazione organizzata lo scorso 5 aprile in occasione della visita del premier nel capoluogo piemontese.

Torino, la multa al leader No Vax Marco Liccione

La mobilitazione a Torino era stata organizzata proprio da Liccione, senza tuttavia comunicarlo anticipatamente alla questura.

La mattina del 5 aprile i manifestanti, circa un centinaio, si erano radunati davanti al Palazzo Civico e avevano iniziato ad apostrofare il primo ministro, oggi dimissionario, con il termine “duce”.

La folla era poi stata allontanata in modo pacifico ma, come ha ricordato dal quotidiano ‘la Repubblica’, nei pressi di via Conte Verde si erano verificate alcune tensioni con lo scoppio di almeno un petardo.

Adesso, come stabilito dal gip del tribunale di Torino, il leader No Vax dovrà pagare una contravvenzione di 1185 euro. Insieme a lui sono stati multati anche altri due partecipanti alla manifestazione, seppur con sanzioni più lievi.

La reazione alla sanzione pecuniaria

Secondo quanto reso noto da ‘la Repubblica’ Marco Liccione ha già annunciato che farà ricorso in appello al provvedimento del giudice, ma soprattutto si è detto “orgoglioso di aver ricevuto un’altra medaglia al valore“.

“È l’ennesima conferma che un sistema si accanisce – ha spiegato – continuerò a testa alta la mia battaglia per la democrazia e la libertà ricercata da milioni di italiani”.

Secondo l’esponente No Vax di Torino gli è stata inflitta una multa “perché con la pandemia hanno imparato che le sanzioni pecuniarie sono più veloci e non vanno in prescrizione“.

La protesta all’Agenzia delle entrate

Lo scorso marzo, circa un mese prima della manifestazione in cui si erano sollevati i cori contro il premier Draghi, Marco Liccione aveva inscenato una protesta davanti alla sede torinese dell’Agenzia delle entrate.

“Ho guadagnato 20mila euro lordi, grazie al loro sistema fiscale ne vogliono 2mila indietro e io ora sono disoccupato”, aveva spiegato dopo essersi incatenato all’esterno della struttura.

E aveva aggiunto: “Agevolano i ricchi e colpiscono i poveri che devono subire le ingiustizie”.

Marco Liccione incatenato alla sede dell’Agenzia delle entrate in via Veronesi, a Torino

Nel mese di gennaio il leader No Vax era invece finito sui giornali per aver annunciato di voler marciare su Roma come risposta all’obbligo vaccinale per gli over 50 e alla multa da 100 euro da pagare “una tantum”. “Andiamo sotto al Parlamento e lì sarà una bella botta”, aveva dichiarato all’Adnkronos.

 

Fonte foto: ANSA

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