Minibot, Salvini e Di Maio contro Tria: il sospetto di Conte
La vicenda minibot si arricchisce di un nuovo retroscena che ha come protagonista il premier Giuseppe Conte
C’è un retroscena nella vicenda minibot, che ha messo d’accordo Matteo Salvini e Luigi Di Maio contro il Ministero dell’Economia e delle Finanze diretto da Giovanni Tria, che ha bocciato la proposta leghista.
Secondo quanto si legge sul “Corriere della Sera”, il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte avrebbe il sospetto che l’attacco congiunto dei due vicepresidenti sia “una ritorsione alle parole del premier” che, “da giurista”, due giorni fa aveva evidenziato le “criticità” dei mini buoni del Tesoro.
I rapporti all’interno dell’esecutivo, scrive ancora il “Corriere della Sera”, si sono fatti difficili. Il sospetto che serpeggerebbe a Palazzo Chigi è che, in vista delle trattative con l’Europa, Salvini e Di Maio possano voler scaricare sul ministro dell’Economia e su Conte le accuse che si sono scambiati per settimane. Anche per questo, il Presidente del Consiglio avrebbe convocato i suoi due vice per un incontro fissato per lunedì 10 giugno, in vista del Consiglio dei ministri di martedì.
A proposito del tema minibot, Matteo Salvini aveva detto: “Sullo strumento si può discutere, è una proposta, ma sul fatto che sia urgente pagare le decine di miliardi di euro di arretrati e di debiti che la pubblica amministrazione ha nei confronti di imprese e famiglie (debiti risalenti a governi e anni precedenti) deve essere chiaro a tutti, in primis al ministro dell’Economia. È una questione di giustizia”.
Queste le parole di Luigi Di Maio: “Se lo strumento per pagare le imprese non è il minibot, il Mef ne trovi un altro. Ma lo trovi, perché il punto sono le soluzioni, non le polemiche, né le presunte ragioni dei singoli. Ripeto, una parola: soluzioni!”.