Terrorismo, Alice Brignoli arrestata dal Ros in Siria: l'accusa
Alice Brignoli è stata arrestata in Siria dai carabinieri del Ros con l'accusa di associazione a delinquere con finalità di terrorismo
Alice Brignoli, moglie del militante dell’Isis italiano di origine marocchina Mohamed Koraichi, è stata arrestata in Siria dai carabinieri del Ros, con l’accusa di associazione a delinquere con finalità di terrorismo. Gli uomini del Ros hanno anche rintracciato i figli della donna e li hanno rimpatriati.
Nel 2015 Brignoli e Koraichi, secondo quanto ricostruito dalle indagini e riportato da ‘Ansa’, hanno lasciato l’Italia per raggiungere il Califfato, portandosi dietro i loro 3 figli.
Una volta in Siria, Koraichi ha partecipato direttamente alle operazioni militari dell’Isis mentre la Brugnoli avrebbe ricoperto un “ruolo attivo – dice il Ros – nell’istruzione dei figli alla causa del jihad“.
La misura cautelare è stata emessa dal Gip di Milano su richiesta della Direzione Distrettuale Antiterrorismo.
Stando a quanto appreso da ‘Ansa’, Alice Brignoli è “felicissima” di tornare in Italia assieme ai suoi 4 figli (uno è nato in Siria), anche se lei finirà in carcere e i suoi figli saranno affidati ad una comunità. Il marito delle donna, da quanto si è saputo, è morto in Siria.
Come ricostruito da ‘Ansa’, la vicenda di Alice Brignoli e Mohamed Koraichi, i cui nomi erano finiti nell’elenco dei foreign fighters italiani, è emersa a maggio del 2015 quando la madre della donna ne ha denunciato la scomparsa.
La coppia aveva portato in Siria i tre figli, il più grande di 7 anni all’epoca e il più piccolo che aveva solo un anno e mezzo.
‘Aisha’, così si faceva chiamare Alice Brignoli dopo la conversione, e suo marito Mohamed (quando sono partiti avevano rispettivamente 39 e 31 anni), secondo quanto ricostruito da ‘Ansa’, avevano iniziato il percorso di radicalizzazione nel 2009, in concomitanza con la nascita del primo figlio: lei ha iniziato ad indossare il velo e a studiare l’arabo, lui si è fatto crescere la barba e sempre più spesso si faceva vedere in giro con una tunica bianca.
Con il passare del tempo i due hanno tagliato i ponti con le famiglie e a maggio del 2015 sono partiti. La loro prima tappa è stata in Turchia, poi da lì hanno raggiunto la Siria.
Quando è entrata nell’appartamento della figlia a Bulciago, nel Lecchese, la madre di Aisha ha trovato solo un messaggio: “Sono partita, non mi cercate, non torno“.
I due erano finiti tra i sei destinatari dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere nell’ambito di un blitz di Digos e Ros dell’aprile del 2016 che portò all’arresto di 4 persone.