Suicidio assistito negato a Martina Oppelli, malata di sclerosi multipla: "Denuncio l'Asl per tortura"
Martina Oppelli è affetta da sclerosi multipla progressiva e si è vista respingere tutte le istanze di suicidio assistito. La decisione contro l'Asl
Martina Oppelli non lotta soltanto contro la sua malattia: 49 anni, affetta da sclerosi multipla progressiva, si è vista respingere la richiesta di suicidio assistito da parte dell’Asugi (Azienza Sanitaria Universitaria Giuliano Isontina) e per questo ha presentato un esposto presso la Procura di Trieste. Le funzioni vitali della 49enne dipendono totalmente dai macchinari di farmaci, per questo ha scelto di contestare il reato di tortura per il “trattamento inumano e degradante” che sente rivolto nei suoi confronti.
La storia di Martina Oppelli
Martina Oppelli è un architetto di 49 anni. La donna è affetta da sclerosi multipla progressiva e per questo motivo è costretta su una sedia a rotelle, incapace addirittura di muovere le dita delle mani.
Come riportato in apertura, le funzioni vitali della 49enne sono strettamente legate ai macchinari e ai farmaci. Intervistata da Repubblica, aveva detto: “Ma secondo voi, io come mangio? Come bevo? Come mi lavo? Vado in bagno? Come assumo i farmaci? Io non sopravvivo senza una persona vicina“.
Per questo motivo nel 2023 aveva presentato un’istanza di morte volontaria assistita presso l’Asugi tramite l’associazione Luca Coscioni. L’azienda sanitaria aveva respinto la richiesta e la donna si era rivolta al Tribunale di Trieste, che aveva imposto una nuova valutazione medica.
Nonostante l’intervento del tribunale, la donna si è vista nuovamente respingere la richiesta. Il 28 agosto, quindi, Martina Oppelli tramite l’avvocato Filomena Gallo ha presentato un nuovo esposto.
L’esposto per tortura
Nell’esposto presentato in Procura, Filomena Gallo contesta i reati di rifiuto di atti d’ufficio e tortura. L’avvocato, in un incontro con l’associazione Luca Coscioni di cui Repubblica ha riportato alcuni estratti, ha parlato di “ingiustificati rifiuti dell’azienda sanitaria”.
La sua assistita sarebbe dunque “costretta a un trattamento inumano e degradante, condannata a una vera e propria tortura di Stato”.
Le accuse contro i medici
Ancora, secondo l’avvocato Gallo medici dell’Asugi avrebbero dato una “falsa rappresentazione della sua condizione di malattia e soprattutto dei supporti medici e farmacologici che la tengono in vita”, per questo parla di “rifiuto arbitrario e quindi censurabile“.
Nel contempo, Filomena Gallo e l’associazione hanno già deciso che impugneranno “il diniego di Asugi in ogni suo punto e in ogni sede”.