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CRONACA NERA

Suicidio a Senigallia, le parole della mamma di Leonardo Calcina al preside durante il funerale del figlio

Pretende giustizia "terrena a divina" Viktoryia Ramanenka, la madre di Leonardo Calcina, il 15enne di Senigallia che si è suicidato con la pistola del padre

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Mauro Di Gregorio

GIORNALISTA

Laurea in Scienze della Comunicazione all’Università di Palermo. Giornalista professionista dal 2006. Approdato a QuiFinanza e Virgilio Notizie dopo varie esperienze giornalistiche fra Palermo e Milano. Si interessa principalmente di cronaca, politica ed economia.

Viktoryia Ramanenka, la madre di Leonardo Calcina, ha da poco seppellito suo figlio dopo che il ragazzo di appena 15 anni ha commesso il suicidio non lontano dalla loro casa a Senigallia, sparandosi con la pistola del padre. È un dolore profondissimo ma dignitoso quello della signora, che ora pretende giustizia e lancia un’accusa durissima a chi non ha raccolto il grido d’aiuto di suo figlio.

Lo sfogo della madre di Leonardo Calcina

“Credo nella giustizia, terrena e divina”, aveva detto la donna durante le esequie, lanciando una velata accusa ai bulli che per settimane hanno preso di mira suo figlio e a chi non si è accorto della fragilità del ragazzo.

Viktoryia Ramanenka ha poi rilasciato una lunga intervista al Corriere della Sera, dalla quale trapelano il suo dolore e la sua composta rabbia:

Mi chiedo: tutta questa gente prima dov’è stata? Dov’era? Io non l’ho vista aiutare Leo quando lui ne avrebbe avuto bisogno. A un certo punto della cerimonia si è avvicinato il preside del Panzini per farmi le condoglianze, a due passi c’era la bara di Leo. Io gli ho detto solo: “La prego di allontanarsi da me per favore. […] Avrei dovuto dirgli ben altro, inutile chiedere scusa adesso, adesso è troppo tardi. Leonardo chiedeva aiuto, ma loro non l’hanno ascoltato.

I sogni di Leonardo Calcina

“Lui era la mia copia – dice del figlio – ci somigliavamo anche di carattere, serio e caparbio, una memoria di ferro, bello e muscoloso, cresceva a vista d’occhio, nuoto e judo, 45 di piede, sognava di indossare una divisa, vigile del fuoco o marina militare“.

“Almeno difenditi!”, aveva detto la donna a Leonardo quando questi gli aveva confidato di essere stato preso di mira da tre bulli. “Ma Leonardo era troppo buono, mite, un bambino d’oro”, aggiunge la madre.

La zona fra le campagne di Senigallia dove si è ucciso Leonardo Calcina.

Il ragazzo aveva raccontato di essere stato preso in giro e percosso sui genitali, fra le altre cose. “Mamma, io mi vergogno a riferirti le parole con cui mi offendono, oscenità di tipo sessuale“, aveva detto.

Il giovane aveva poi raccontato di avere già portato la questione all’attenzione dei professori. “Ma vanno avanti con la lezione come niente fosse”, aveva aggiunto.

Anche il faccia a faccia con un insegnante di sostengo si era rivelato un buco nell’acqua. E anche il presunto chiarimento, con tanto di stretta finale di mano, con uno dei suoi aguzzini si era tradotto in una tregua solo momentanea.

Pochi giorni dopo il 15enne Leonardo Calcina ha preso la pistola d’ordinanza del padre vigile urbano, è fuggito in una campagna vicina e si è sparato in bocca.

Viktoryia Ramanenka chiede giustizia

“Il tempo non passerà più – afferma Viktoryia Ramanenka – anche se adesso io pretendo giustizia: che quei bulli vadano dritti in riformatorio. E chi ha sbagliato tra i prof se la veda coi giudici. È un dovere per i docenti tutelare i ragazzi, noi li affidiamo a loro”.

Fonte foto: ANSA

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